VIBO VALENTIA Due anni e sei mesi di reclusione: è la condanna inflitta all`ex procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Vibo Valentia, Alfredo Laudonio, dalla prima sezione penale del Tribunale di Salerno, competente a giudicare i magistrati del distretto di Catanzaro. Laudonio, secondo l`accusa rappresentata dal pm di Salerno, Roberto Penna, avrebbe chiesto rimborsi per trasferte ingiustificate, recandosi più volte a Roma, tra il 2006 ed il 2007, per svolgere personalmente delle indagini. Secondo l`accusa, l`ex procuratore si sarebbe fatto successivamente rimborsare le spese per tutti i giorni di trasferta. Otto i casi contestati, ma per quattro l`ex procuratore è stato assolto. Per gli altri quattro sono state concesse le attenuanti generiche. L`ex procuratore Laudonio, difeso dall`avvocato Francesco Saverio Dambrosio del foro di Salerno, è anche imputato in un altro procedimento penale a Salerno, ancora in corso in Corte d`Appello, a seguito della condanna in primo grado ad un anno ed 8 mesi (pena sospesa) per falso ideologico, omissioni di atti d`ufficio e favoreggiamento personale.
LAUDONIO: È UNA CONDANNA ASSURDA
«Sono sbigottito di fronte ad una condanna assurda relativa a quattro pernottamenti nella Capitale che avrei dovuto evitare, secondo l`accusa, compiendo il viaggio di andata e ritorno da Vibo a Roma in 140 minuti netti». Lo afferma l`ex procuratore di Vibo Valentia, Alfredo Laudonio, circa la sentenza di condanna emessa dai giudici del tribunale di Salerno.
«Il presunto peculato di circa 800 euro – aggiunge – ha consentito il risparmio per l`erario di una somma superiore ad 84.000 euro, come documentato in atti. Tale somma, peraltro, è stata erogata dai competenti organi della pubblica amministrazione dopo l`inizio delle indagini e all`esito di approfonditi e puntigliosi controlli. È stato anche provato che le missioni avevano ad oggetto consulenze ed attività di indagine complesse per gravi delitti e non semplici consegne di reperti. Tutti i documenti relativi a dette missioni erano già stati valutati in sede disciplinare dal procuratore generale della Cassazione che aveva disposto l`archiviazione per l`insussistenza di qualsiasi ipotesi di illeciti». (0050)
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