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Molotov alla Procura generale De Francesco interrogato dal gip

REGGIO CALABRIA Arriverà fra stasera e domani la decisione del gip Indellicati sul fermo di Eros Benito De Francesco, il ventiduenne reggino accusato di aver collocato una molotov nell’androne dell…

Pubblicato il: 31/10/2013 – 19:48
Molotov alla Procura generale  De Francesco interrogato dal gip

REGGIO CALABRIA Arriverà fra stasera e domani la decisione del gip Indellicati sul fermo di Eros Benito De Francesco, il ventiduenne reggino accusato di aver collocato una molotov nell’androne della Procura generale nella notte fra lunedì e martedì, allontanandosi indisturbato a dispetto della presenza dei militari che la presidiano dopo l’attentato del 3 gennaio 2010. Assistito dai legali Stefano Priolo e Filomena Muratore, il giovane è stato oggi interrogato dal giudice Indellicati, alla presenza del pm Sara Amerio, che insieme al procuratore aggiunto Ottavio Sferlazza è titolare delle indagini.
Nessun particolare filtra sull’interrogatorio, se non che il ventiduenne ha risposto per ore alle domande di gip e pm. Incastrato dalle immagini delle telecamere di sorveglianza, come da una telefonata – di cui si sospetta possa essere lui stesso l’autore – che avrebbe avvertito le forze dell’ordine della collocazione di una bottiglia piena di liquido infiammabile di fronte alla Procura generale, De Francesco è stato arrestato poche ore dopo aver lanciato la sua sfida ai massimi rappresentanti della Giustizia in città.
Secondo alcune indiscrezioni, circolate nei giorni successivi all’arresto, il suo gesto potrebbe essere letto come una forma di protesta in seguito all’arresto del padre, fermato qualche tempo fa per aver dato alle fiamme dei cassonetti dei rifiuti, ma si tratta di una versione che non convincerebbe i più. Anche perché, alcuni elementi non riescono a trovare ancora una collocazione nel quadro accusatorio, a partire dalla domanda rimasta senza risposta anche dopo il tre gennaio: perché si decide di colpire proprio la Procura generale? E ancora: la bottiglia era piena di cherosene,  un prodotto non facilmente reperibile in commercio, come avrebbe fatto De Francesco a procurarselo? E infine, chi è il telefonista che ha avvertito gli uomini della Mobile? Si tratta di De Francesco o di una seconda persona? Tutte domande cui l’inchiesta che sull’episodio è stata aperta sta tentando di dare una risposta. Ma a prescindere da quale sarà il perimetro della vicenda che toccherà alle indagini tracciare, l’episodio è stato duramente stigmatizzato dal Procuratore generale Salvatore Di Landro  per il quale «rimane un evento gravissimo e il fatto che sia stato commesso da un balordo ne accentua la gravità e non la attenua, perché vuol dire che per chiunque la Procura generale è un obiettivo. Balordo o non balordo, non importa – dice Di Landro – sempre chi spara o chi agisce è un killer senza importanza, o un semplice esecutore. Bisogna capire chi è che lo manda e quali sono le sue reali motivazioni».

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