VIBO VALENTIA La Corte di cassazione ha confermato le condanne, tranne una, per la morte di Federica Monteleone, la sedicenne deceduta nel 2007 dopo un intervento di appendicectomia effettuato nell`ospedale di Vibo Valentia durante il quale si verificò un black out in sala operatoria. Annullata con rinvio la condanna per l`ex direttore sanitario dell`ospedale di Vibo Valentia, Alfonso Luciano, al quale in appello erano stati comminati un anno e quattro mesi (due anni in primo grado).
Alla pronuncia della Cassazione si è arrivati dopo che la Corte d`appello di Catanzaro, nel maggio del 2012, aveva confermato la sentenza di primo grado per la morte della giovane. La condanna più pesante (due anni e quattro mesi) è stata inflitta a Francesco Talarico, all`epoca dei fatti direttore generale dell`Asp di Vibo Valentia. Per Talarico i giudici d`appello avevano disposto un aggravio di pena rispetto alla sentenza di primo grado (due anni) dichiarandolo colpevole, così com`era stato chiesto dal sostituto procuratore generale Domenico Prestinenzi (oggi Procuratore della Repubblica di Lamezia Terme) oltre che di omicidio colposo, anche di tentata concussione.
Conferma della condanna a due anni, inoltre, per Roberto De Vincentiis, ex direttore dei servizi tecnici dell`Azienda sanitaria, e Antonino Stuppia, titolare dell`impresa che aveva realizzato l`impianto elettrico nella sala operatoria in cui fu eseguito l`intervento su Federica. Un anno e sei mesi sono stati inflitti all`anestesista Francesco Costa e un anno e quattro mesi a Pietro Schirripa, ex direttore sanitario dell`ospedale di Vibo; Antonio Bruni, consulente incaricato di seguire l`esecuzione dei lavori per la realizzazione dell`impianto elettrico nella sala operatoria, e Nicola Gradia, responsabile di un settore dei servizi tecnici. (0020)
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