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Sequestrato un patrimonio di 150 milioni di euro all`imprenditore Mattiani

REGGIO CALABRIA È del valore di 150 milioni di euro il patrimonio sequestrato all’imprenditore Giuseppe Mattiani e al figlio Pasquale nell’ambito di un’operazione dei centri Dia di Roma e Reggio e …

Pubblicato il: 12/11/2013 – 10:38
Sequestrato un patrimonio di 150 milioni di euro  all`imprenditore Mattiani

REGGIO CALABRIA È del valore di 150 milioni di euro il patrimonio sequestrato all’imprenditore Giuseppe Mattiani e al figlio Pasquale nell’ambito di un’operazione dei centri Dia di Roma e Reggio e della polizia di Stato di Reggio Calabria e Palmi. Per ordine della sezione Misure di prevenzione del tribunale della città calabrese dello Stretto sono stati apposti i sigilli sui beni dei Mattiani e di alcuni familiari perché considerati espressione della cosca Gallico. Sotto sequestro è finito un patrimonio milionario, in gran parte costituito da prestigiosi immobili fra cui un hotel 4 stelle di Palmi, “Arcobaleno”, e l`hotel Gianicolo di Roma, sito in uno dei quartieri più esclusivi e a maggiore densità turistica della Capitale. L’operazione è il risultato di due complesse e convergenti attività di indagine condotte dal Centro operativo Dia di Roma, dalla squadra mobile di Reggio Calabria e dal Commissariato di Palmi che hanno consentito di acquisire gli elementi necessari a dimostrare la contiguità dei due alla cosca di `ndrangheta dei Gallico. Secondo quanto riferito dagli investigatori, sia l`hotel Gianicolo che l`hotel Arcobaleno, sarebbero stati acquistati da Giuseppe Mattiani e dal figlio Pasquale, che sono due imprenditori, riciclando, secondo l`accusa, proventi illeciti della cosca Gallico. L`hotel Arcobaleno, tra l`altro, era stato acquistato dai due presunti emissari della cosca Gallico quando era una pensione e poi trasformato, con l`utilizzo dei proventi illeciti, in un albergo di lusso.

LE INDAGINI
Tutto ha inizio nei primi anni Novanta, allorquando un semplice e modesto motel della periferia di Palmi, l`hotel Arcobaleno, sito in contrada Taureana di Palmi, si trasforma in una società dal capitale miliardario abilmente suddiviso tra i figli appena ventenni di Giuseppe Mattiani, in quote di circa 250 milioni di lire ciascuna. La nuova società, a fine anni Novanta e poco prima del Giubileo, opera un grande salto a livello finanziario: l’acquisto di un immobile a Roma – un monastero sito in uno dei posti più belli della Capitale, il colle Gianicolo, di proprietà di una congregazione religiosa. In quel periodo, in ragione dell’approssimarsi dell’importantissimo evento, gli immobili di tipo alberghiero erano ricercatissimi e naturalmente molto onerosi per via dell’atteso afflusso di milioni di pellegrini. La “pericolosità” – affermano gli inquirenti – è oggettivamente tracciata dalle attività di reinvestimento di proventi non desumibili dai redditi dichiarati, e pertanto illeciti, e dall’infiltrazione perpetrata nel sistema finanziario. Il Tribunale di Reggio Calabria – sezione Misure di prevenzione – nel provvedimento di sequestro ha così stigmatizzato la condotta dei Mattiani: «È infatti senza dubbio emerso non solo dalle risultanze delle intercettazioni esaminate ma anche dalle dichiarazioni rese dal collaboratore di giustizia….che Mattiani Giuseppe e il figlio Pasquale sono imprenditori collusi con la `ndrangheta…». Giuseppe Mattiani era stato arrestato nel 1997, unitamente al figlio Pasquale, in esecuzione dell’ordinanza di applicazione della misura cautelare del gip di Palmi, per il reato truffa aggravata in danno alla Regione Calabria. Già nel 1978, era stato segnalato al questore per l’applicazione di una misura di prevenzione per aver favorito la latitanza a pregiudicati delle cosche locali (nella circostanza la proposta venne però rigettata). Nel 1991, grazie all’appoggio in campagna elettorale di personaggi vicini alla cosca dei Gallico (per il quale viene anche indagato dal Tribunale di Palmi con un procedimento poi archiviato) veniva eletto vicesindaco del nuovo consiglio comunale di Palmi. Nel corso dell’operazione si è provveduto al sequestro dei seguenti beni riconducibili a Giuseppe Mattiani, a suo figlio Pasquale e a terzi intestatari: la società “Hotel residence Arcobaleno sas”, proprietaria di due alberghi ubicati uno a Roma (sotto insegna “Grand hotel Gianicolo” 4 stelle lusso provvisto di 48 camere più piscina e parcheggio interno) e l’altro a Palmi (sempre di categoria 4 stelle sotto insegna “Hotel Arcobaleno); 53 beni immobili ubicati tra Roma, Castiglione dei Pepoli (Bo) e Palmi costituiti da: 1 fabbricato in corso di costruzione; 12 fabbricati; 14 terreni edificabili; 26 terreni agricoli; 9 autovetture; rapporti bancari intrattenuti in 13 istituti di credito.

LE MANI SULL`ANTICO MONASTERO “GIANICOLO”
Era un monastero l`hotel Gianicolo sequestrato stamane dalla Dia e dalla polizia di Stato nell`ambito di un`inchiesta contro le cosche della `ndrangheta. La società di Giuseppe Mattiani e dei figli, alla fine degli anni Novanta e poco prima del Giubileo, registrò un grande salto a livello finanziario e acquistò un immobile a Roma. Si trattava di un monastero collocato in uno dei posti più belli della capitale, il colle Gianicolo, di proprietà di una congregazione religiosa. In quel periodo, visto l`approssimarsi del Giubileo, gli immobili di tipo alberghiero erano ricercatissimi e naturalmente molto onerosi per via dell`atteso afflusso dei pellegrini. Il Grand Hotel Gianicolo, di categoria 4 stelle lusso, è provvisto di 48 camere più piscina e parcheggio interno. La Dia e la polizia hanno sequestrato la società “Hotel Residence Arcobaleno Sas”, proprietaria sia del Grand Hotel Gianicolo che dell`Hotel Arcobaleno a Palmi. Sono stati sequestrati anche 53 beni immobili ubicati tra Roma, Castiglione dei Pepoli (Bologna) e Palmi, 9 automobili e rapporti bancari intrattenuti in 13 istituti di credito. (0050)

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