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Sequestrati beni del valore di tre milioni di euro

VIBO VALENTIA I finanzieri del Nucleo di polizia tributaria di Vibo Valentia hanno dato esecuzione a un decreto di sequestro preventivo emesso dal Tribunale di Vibo Valentia nei confronti di Girola…

Pubblicato il: 18/11/2013 – 8:00
Sequestrati beni del valore  di tre milioni di euro

VIBO VALENTIA I finanzieri del Nucleo di polizia tributaria di Vibo Valentia hanno dato esecuzione a un decreto di sequestro preventivo emesso dal Tribunale di Vibo Valentia nei confronti di Girolamo Seminara, 36 anni, e Angela La Rosa, 39 anni, entrambi di Limbadi, amministratori pro-tempore della “Edil Seminara”, operante nel settore del commercio di materiale edile. I sigilli sono stati messi a un patrimonio di circa tre milioni di euro. L’operazione “Tale e quale” trae origine da una precedente complessa e articolata investigazione di polizia economico-finanziaria a conclusione della quale sono state accertate numerose violazioni di carattere amministrativo e penale. Le fiamme gialle, avvalendosi delle specifiche attribuzioni conferite dalle singole leggi tributarie e dal decreto legislativo 68/2001 che ha attribuito, in via esclusiva, alle stesse i poteri di polizia economica e finanziaria a tutela del bilancio pubblico, delle Regioni, degli enti locali e dell’Unione europea, hanno controllato un arco temporale che va dal 2010 al 2012, recuperando a tassazione in materia di imposte sui redditi oltre 8 milioni di euro e in materia di Iva quasi 1,2 milioni di euro.
Nella circostanza, i legali rappresentanti della società sono stati segnalati all`Autorità giudiziaria competente per i reati di dichiarazione infedele, omessa dichiarazione e occultamento di scritture contabili nonché per bancarotta fraudolenta. Per effetto delle violazioni nelle dichiarazioni fiscali il valore corrispondente al profitto del reato è stato quantificato in circa 3 milioni di euro, pari all’imposta evasa. Il provvedimento emesso rappresenta l’apice di una lunga e laboriosa attività di indagine condotta, considerata la pericolosità fiscale dell’impresa, anche con lo strumento degli accertamenti bancari tesi a ricostruire il reale reddito del contribuente. Tali indagini, coordinate dalla locale Procura della Repubblica, hanno permesso di acquisire elementi di prova tali da indurre il gip a emettere il citato provvedimento ablativo, finalizzato alla confisca ex articolo 322 ter codice penale, per un importo di circa 3.000.000 di euro anche con formula per equivalente, sui beni nella disponibilità degli indagati. Tale strumento, della confisca per equivalente per reati fiscali, introdotto dalla legge Finanziaria per l’anno 2008, consente, nell’impossibilità di individuare e dunque confiscare i beni che rappresentano il prezzo e/o profitto del reato, di aggredire somme di denaro, beni e/o altre utilità di valore corrispondente. In particolare, tra i beni nella disponibilità degli indagati, è risultata esservi un`ulteriore impresa “Tale e quale” esercente la stessa attività di quella verificata, negli stessi locali aziendali, che di fatto ha sostituito la società posta sotto controllo. Gli atti dell`operazione sono stati trasmessi alla Dda.
I particolari dell`operazione chiamata “Tale e quale” sono stati resi noti nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno partecipato il Procuratore della Repubblica di Vibo Valentia, Mario Spagnuolo, ed i vertici della Guardia di finanza. «L`imprenditoria vibonese – ha detto Spagnuolo – è obiettivamente sana, purtroppo le mele marce si trovano ovunque, ma noi le stiamo da tempo eliminando».
Le indagini dei finanzieri sono state dirette dal sostituto procuratore Alessandro Pesce. «Dagli accertamenti – ha proseguito il procuratore – è emerso come la società avesse una contabilità fiscale assolutamente anomala, con l`alterazione dei costi e dei ricavi. Non pagava l`Iva e l`Ires e risultava essere debitrice nei confronti dello Stato. A questo punto, viene fatta fallire per costituirne, come l`araba fenice che risorge dalle proprie ceneri. un`altra».
Il pm Pesce, il tenente colonnello Michele Di Nunno e il colonnello Paolo Valle hanno evidenziato come «la Edil Seminara con riferimento all`anno 2010 dichiarasse utili per 50.000 euro e un fatturato per 2 milioni ma faceva registrare una movimentazione finanziaria pari a 4 milioni di euro. E stesse anomalie erano risultate anche nei due anni successivi».
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