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Un finto profilo femminile su facebook e il latitante napoletano cade nella rete

RENDE Un latitante napoletano, Giuseppe Quagliarello, di 31 anni, è stato arrestato a Rende dalla squadra mobile di Cosenza. L`uomo era ricercato dal giugno scorso perché destinatario di un`ordinan…

Pubblicato il: 23/11/2013 – 12:04
Un finto profilo femminile su facebook e il latitante napoletano cade nella rete

RENDE Un latitante napoletano, Giuseppe Quagliarello, di 31 anni, è stato arrestato a Rende dalla squadra mobile di Cosenza. L`uomo era ricercato dal giugno scorso perché destinatario di un`ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice del tribunale di Napoli per violenza privata, minacce aggravate dall`uso di armi e da metodi mafiosi. Quagliarello avrebbe minacciato i familiari di un pentito, sottoposti a programma speciale di collaborazione. Secondo l`accusa, aveva cercato di indurre la moglie del collaboratore di giustizia a mettersi in contatto con i suoi familiari per avere notizie sull`arresto del marito, sul suo cambio di avvocato e sul luogo di detenzione nonché sul luogo di residenza della stessa e sul perché di tutti questi fatti non fossero stati informati i “compagni”.
Quagliarello è stato rintracciato dopo essere stato contattato su Facebook, attraverso la creazione di un profilo esca femminile. Attraverso il profilo del social network è stato stabilito un primo contatto, al quale hanno fatto seguito alcune telefonate con gli agenti della squadra mobile, che si sono finti utenti del profilo. Successivamente è stato fissato un appuntamento, tra Quagliarello e una donna poliziotto, che si è finta interessata ad un appuntamento. Nel momento dell`incontro sono intervenuti gli agenti della squadra mobile, che hanno arrestato così il latitante. L`uomo, quando sono intervenuti i poliziotti, non ha opposto resistenza.
Quagliarello viveva tranquillamente in un appartamento a Rende dove si era trasferito da giugno, subito dopo essere sfuggito all`ordinanza di custodia cautelare, e conduceva una vita normalissima. Il latitante aveva trovato lavoro anche come stagionale in una struttura alberghiera della costa tirrenica. È stato portato nel carcere di Cosenza. I reati contestati a Quagliarello sono aggravati dal fatto di far parte di un`organizzazione di tipo mafioso, capeggiata dai fratelli De Micco e collegata con il clan Cuccaro di Barra. (0050)

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