PALERMO La droga viaggiava spalmata sui vestiti custoditi in valigie che arrivavano da Lima. A finanziare l`organizzazione sarebbe stato l`avvocato Memi Salvo che aveva venduto la nuda proprietà della casa-studio dell`anziana madre. Quattrocento mila euro per un appartamento in via delle Magnolie. E aveva deciso di investirne 42 mila nel traffico di droga. E` quanto emerge dalle indagini della squadra mobile della Questura di Palermo che ha eseguito un`ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 15 persone nell`ambito nell`operazione antidroga denominata `Monòpoli`. Tra i destinatari del provvedimento del Gip anche il penalista.
Un primo viaggio, ricostruisce la polizia, sarebbe stato di quattro chili di cocaina purissima. Il secondo da 3 chili. Tutte e due sequestrati dalla narcotici della Questura di Palermo. L`investimento avrebbe fruttato oltre 2 milioni e mezzo di euro. La notte scorsa, su richiesta dalla Dda della Procura di Palermo, l`avvocato penalista Memi Salvo è tornato in carcere. C`era finito alla fine degli anni Novanta. Lui, legale dei fratelli Graviano, si era messo a disposizione dei potenti capimafia di Brancaccio. E scattò una condanna definitiva a quattro anni e otto mesi per concorso esterno in associazione mafiosa. Radiato dall`Ordine degli avvocati di Palermo, si è iscritto in quello di Locri, in Calabria. Secondo le indagini degli uomini della sezione Antidroga della squadra mobile, diretta da Stefano Sorrentino, sarebbe stato lui a finanziare il traffico di droga. Lo avrebbe confermato il pentito Gaspare Canfarotta, arrestato per rapina che ha raccontato agli agenti di avere investito i soldi delle rapine nell`acquisto di droga. L`operazione è stata denominata Monòpoli. Proprio nella valigia di Aldo Monòpoli, uno degli arrestati all`aeroporto di Lima, capitale del Perù, era stata trovava la cocaina mischiata al silicone. Un ritrovamento fatto anche nella valigia di Giuseppe Borruso. A capo dell`organizzazione, ritiene la polizia, ci sarebbe Francesco Antonino Fumuso che in quello stesso anno, nel 2009, finì in carcere per mafia nel corso di una retata a Villabate. L`inchiesta è coordinata dal procuratore aggiunto Teresa Principato e dai sostituti Carlo Marzella e Sergio Barbiera. (0070)
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