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Trenta alla figlia del boss Verso la chiusura delle indagini

COSENZA Valentina è bravissima. Alle 15.30 ha sostenuto un esame e alle 15.31 telefona al padre e gli comunica di aver preso «30». E il padre – come ogni genitore – commenta con un «ah brava». E an…

Pubblicato il: 28/11/2013 – 12:09
Trenta alla figlia del boss Verso la chiusura delle indagini

COSENZA Valentina è bravissima. Alle 15.30 ha sostenuto un esame e alle 15.31 telefona al padre e gli comunica di aver preso «30». E il padre – come ogni genitore – commenta con un «ah brava». E anche per il docente, con il quale avrebbe fatto l`esame, lei è «bravissima». Il condizionale è d`obbligo perché la Valentina in questione è la figlia di Rocco Aquino, ritenuto dagli inquirenti il boss della cosca di Marina di Gioiosa, e il professore è Franco Rubino, l`ex preside della facoltà di Economia dell`Unical, attualmente direttore del dipartimento di Scienze aziendali e giuridiche. Entrambi sono stati sentiti dal pm della Procura di Cosenza, Antonio Bruno Tridico, che ha in mano l`inchiesta relativa all`esame di Economia aziendale sostenuto all`Università della Calabria qualche anno addietro dalla figlia di Rocco Aquino. A breve il pubblico ministero dovrebbe chiudere le indagini.
L`ipotesi – emersa nell`ambito dell`inchiesta “Falsa politica” – al vaglio della magistratura bruzia è che il professore, forse avvicinato dal boss, si sarebbe limitato ad apporre un bel 30 sul libretto della figlia di Rocco Aquino senza procedere con l`esame. «Occorreva che la figlia del boss – scrivono gli investigatori – superasse un esame senza disagio e sforzo alcuno e il rischio correlato di sottoporsi alle incertezze di una prova». Infatti, nelle pagine dell`ordinanza emessa dalla Dda reggina è emblematica una singolare conversazione tra Rocco Aquino in persona e la figlia, alla quale avrebbe fornito le ultime indicazioni: «Vai a bussare (nella stanza del professore Rubino, ndr) che c`è l`assistente e gli spieghi chi sei e chi non sei». Tutto funziona alla perfezione. Alle 15.31 (l`appuntamento era alle 15.30) la figlia chiama Aquino e gli dà la buona notizia: ha preso 30.
A distanza di oltre un anno da quelle indagini, al terzo piano del tribunale bruzio sono saliti Valentina Aquino, il professore Rubino e il suo assistente Maurizio Riya: tutti e tre finiti nel  registro degli indagati. La figlia del boss non ha risposto alle domande del pm, mentre il professore Rubino e il suo assistente sì. In particolare, l`ex preside di Economia ha ribadito che la ragazza ha fatto quell`esame e che è stata «bravissima». Ma la Procura ha più di qualche dubbio: quella data non coincide con il giorno in cui altri studenti hanno sostenuto la prova e quel 30 risulta l`unico sul libretto di Valentina: gli altri sono voti bassi, molti 18 e 19. Un esame che fa bella mostra di sé nel curriculum accademico di Valentina e che bisognerà dimostrare sia stato realmente sostenuto. Alla luce dei recenti interrogatori, il pm a breve chiuderà le indagini. E forse trasmetterà questo fascicolo a Catanzaro, dove il prossimo 16 dicembre proseguirà l`udienza preliminare di un`altra inchiesta che ha travolto l`Unical, quella dei falsi esami alla facoltà di Lettere e filosofia, di cui è titolare sempre Tridico assieme alla collega Alessia Miele della Procura di Catanzaro, competente a procedere per i reati informatici.

INCHIESTA “CENTODIECI E LODE”
Lo scorso 10 ottobre ha preso il via l`udienza preliminare dell`inchiesta “Centodieci e lode” sui falsi esami nella facoltà di Lettere e filosofia dell`Università della Calabria. Durante l`udienza tre indagati hanno preannunciato la volontà di patteggiare la pena. I 61 indagati, tra i quali studenti e personale di segreteria, sono accusati a vario titolo dei reati di falso e introduzione abusiva nel sistema informatico dell`ateneo. Le indagini hanno avuto inizio dopo la denuncia del preside della facoltà di Lettere e filosofia Raffaele Perrelli, che nel corso di una seduta di laurea non riconobbe come sua la firma apposta su uno degli statini inseriti nel fascicolo di uno studente. Nel corso delle indagini è stato sequestrato un ingente quantitativo di materiale e sono state compiute numerose consulenze grafologiche che hanno portato alla luce un complesso sistema di “collaborazione” per “agevolare” l`iter accademico di molti studenti. Inizialmente erano indagate 75 persone ma dopo la chiusura delle indagini la Procura ha chiesto 14 archiviazioni.
Ora la parola passa al gup che nella prossima udienza dovrà decidere sulle costituzioni di parte civile. E tra le richieste c`è anche quella dell`ateneo di Arcavacata. Se il giudice rinvierà a giudizio gli imputati, il processo si farà a Cosenza. (0050)

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