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Blitz della Mobile di Catanzaro Arrestato anche un poliziotto

VIBO VALENTIA Nelle prime ore di stamani, personale della squadra mobile di Catanzaro, coadiuvato nella fase esecutiva da quello della squadra mobile di Vibo Valentia, ha eseguito provvedimenti res…

Pubblicato il: 29/11/2013 – 8:21
Blitz della Mobile di Catanzaro Arrestato anche un poliziotto

VIBO VALENTIA Nelle prime ore di stamani, personale della squadra mobile di Catanzaro, coadiuvato nella fase esecutiva da quello della squadra mobile di Vibo Valentia, ha eseguito provvedimenti restrittivi emessi, dal gip di Catanzaro, che ha accolto il quadro probatorio ricostruito nella richiesta di misure cautelari avanzate dalla Procura distrettuale antimafia, a carico di:  Paolo Potenzoni, nato a Tropea, il 28/2/1980 (arresti domiciliari);  Michele Purita, nato a Cessaniti, il 2/3/1967 (arresti domiciliari);  Carmelo Barba, nato a Vibo Valentia, il 19/3/1982 (arresti domiciliari); Domenico Lo Bianco, alias “Piccinni” nato a Vibo Valentia il 26/6/1962 (obbligo di dimora); ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di usura, corruzione in concorso, intestazione fraudolenta di beni e violenza privata aggravata dalla metodologia mafiosa. E’ stato notificato provvedimento restrittivo degli arresti domiciliari anche a Stefano Mercadante, nato a Vibo Valentia il 27/1/1964, appartenente alla Polizia di Stato in servizio presso la Questura di Vibo Valentia, ritenuto responsabile, dei reati di concussione e, inoltre, di corruzione in concorso con Michele Purita. Il provvedimento cautelare ha trovato fondamento nell’attività investigativa della squadra mobile di Catanzaro che è stata sviluppata, con l’ausilio di numerose attività intercettive, nonchè a riscontro delle dichiarazioni rese da un testimone di giustizia, e che ha portato ad accertare attività usuraie, subite da quest’ultimo, nell’arco di tempo 2001-2011 e poste in essere dal Paolo Potenzoni, come persona vicina alla criminalità organizzata del Vibonese, e responsabilità a carico di Domenico Lo Bianco (quale elemento di spicco dell’omonima famiglia mafiosa, referente della famiglia Mancuso di Limbadi per la città di Vibo Valentia), per intestazione fittizia di beni finalizzata all’elusione dei divieti previsti dall’applicazione nei suoi confronti della Misura di prevenzione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, e di violenza privata, nei confronti del testimone di giustizia, finalizzata alla stesura di un atto di compravendita di un bene immobile. Con riferimento alle contestazioni mosse nei confronti del sovrintendente Mercandante sono riferibili alla veste da questi rivestita, all’epoca dei fatti, in qualità di appartenente alla squadra amministrativa della Divisione di polizia amministrativa della Questura di Vibo Valentia. Nel provvedimento cautelare a lui vengono contestati i reati di concussione e corruzione, posti in essere con due distinte condotte. Nello specifico riguardo all’ipotesi di concussione nel 2008 il Mercadante avrebbe costretto il titolare di un istituto di vigilanza, oggi testimone di giustizia, alla remissione di querela nei confronti del responsabile di altro istituto di vigilanza, minacciando il primo di relazionare informazioni negative con l’intento di favorire il secondo. Per quanto concerne il reato di corruzione il sovrintendente della polizia avrebbe nel 2011 percepito da Michele Purita, quale legale rappresentante di un istituto di vigilanza somme di denaro al fine di garantire a questi l’assenza di controlli all’attività e l’esito favorevole degli accertamenti demandati alla squadra amministrativa a cui era addetto; reato quest’ultimo per il quale risponde in concorso con Purita. Dopo le formalità di rito gli indagati, sono stati accompagnati nei loro i domicili, dove resteranno a disposizione dell’Autorità giudiziaria. (0050)

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