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Chiusa l`inchiesta sul suicidio di Bozzo. Editore accusato di violenza privata

COSENZA Alessandro Bozzo, giornalista cosentino di “Calabria Ora”, si è suicidato il 15 marzo scorso nella sua casa di Marano Principato. A più di otto mesi di distanza da quella tragica sera, la P…

Pubblicato il: 29/11/2013 – 14:00
Chiusa l`inchiesta sul suicidio di Bozzo. Editore accusato di violenza privata

COSENZA Alessandro Bozzo, giornalista cosentino di “Calabria Ora”, si è suicidato il 15 marzo scorso nella sua casa di Marano Principato. A più di otto mesi di distanza da quella tragica sera, la Procura di Cosenza ha chiuso le indagini avviate per ricercare le ragioni di quel tragico gesto. E ha notificato un provvedimento di chiusura delle indagini all`ex editore di Bozzo, Pietro Citrigno, indagato per violenza privata.
Bozzo, prima di uccidersi, aveva lasciato una lettera, rivolta alla moglie, ai familiari, alla figlia e agli amici che gli erano stati più vicini. In quelle righe, scritte con grafia minuta e precisa, spiegava di essere stanco della vita, di non avere più una ragione per andare avanti. Nei giorni successivi alla scomparsa del giornalista, però, erano saltati fuori alcuni diari. Erano i fogli ai quali Bozzo affidava i suoi pensieri più profondi. Sulla vita e, soprattutto, sul lavoro. Scavando tra le righe, l`inchiesta si è rivolta all`ambiente lavorativo del giornalista e ad alcune vicende che sembravano averlo addolorato molto, come la trasformazione del suo contratto, convertito da tempo indeterminato a tempo determinato.
L`accusa sostiene che Citrigno mediante minacce avrebbe costretto «Alessandro Bozzo a sottoscrivere dapprima gli atti indirizzati alla Società Paese Sera, editrice della testata “Calabria Ora”, nei quali dichiarava, contrariamente al vero, di voler risolvere consensualmente il contratto di lavoro a tempo indeterminato con la predetta società, senza avere nulla a pretendere e rinunciando a qualsiasi azione e/o vertenza giudiziaria, e, successivamente, a sottoscrivere il contratto di assunzione a tempo determinato con la società “Gruppo editoriale C&C srl”, editrice della medesima testata giornalistica; in particolare al Bozzo veniva imposta la sottoscrizione del mensionato contratto a tempo determinato quale unica alternativa alle dimissioni, prospettate come danno ingiusto».
L`inchiesta, nel corso dei mesi, si è arricchita delle testimonianze di diversi colleghi ed ex colleghi del giornalista, sentiti nelle stanze della Procura cosentina. Alcune di queste testimonianze, che raccontano l`amarezza di Bozzo per il nuovo contratto, sarebbero confluite nel fascicolo d`indagine, accanto alle pagine del diario. (0020)

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