Ultimo aggiornamento alle 9:20
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 4 minuti
Cambia colore:
 

OPERAZIONE INSULA | I finocchi macchiati di sangue

Voti in cambio di favori, è questa la pesante accusa che ha portato agli arresti domiciliari Carolina Girasole ex sindaco di Isola Capo Rizzuto e considerata, almeno fino a oggi, simbolo della lott…

Pubblicato il: 03/12/2013 – 13:38
OPERAZIONE INSULA | I finocchi macchiati di sangue

Voti in cambio di favori, è questa la pesante accusa che ha portato agli arresti domiciliari Carolina Girasole ex sindaco di Isola Capo Rizzuto e considerata, almeno fino a oggi, simbolo della lotta alla `ndrangheta. Altre 12 persone sono state raggiunte dall`ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Catanzaro Abigail Mellace su richiesta del sostituto procuratore generale Salvatore Curcio. Le persone indagate devono rispondere a vario titolo di associazione per delinquere, corruzione elettorale, turbativa d`asta, usura, favoreggiamento e rivelazione di atti d`ufficio. Il boss Nicola Arena, di 76 anni, capo dell`omonima cosca della `ndrangheta, che è uno dei destinatari delle ordinanze di custodia cautelare, era già detenuto. Sono stati eseguiti, inoltre, altri sette provvedimenti restrittivi, tre dei quali agli arresti domiciliari (uno riguarda l`ex sindaco Girasole), e due obblighi di presentazione alla Polizia giudiziaria. Tra le persone arrestate c`è anche un poliziotto in servizio nella questura di Cosenza. In totale sono 29 gli indagati, otto nomi sono coperti da omissis

DALL`ALTARE ALLA CENERE Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, all`epoca delle elezioni amministrative che portarono la Girasole sulla poltrona di sindaco vi sarebbe stato un patto tra gli uomini del clan Arena e la candidata, attraverso la mediazione del marito Franco Pugliese, anche lui arrestato. A Massimo e Pasquale Arena (figli del boss Nicola) sarebbe stato dato «esplicito mandato per il reperimento di voti in favore della Girasole  e della sua lista». In cambio sarebbero state promesse  «elargizioni di utilità e denaro». La cosca, sostengono gli inquirenti, avrebbe procurato almeno 1350 voti. Gli accordi presi prima della elezione sarebbero stati mantenuti «attraverso un’attività amministrativa apparentemente lecita e sapientemente guidata, nell’assicurare alla cosca Arena non solo il mantenimento di fatto del possesso dei terreni confiscati, quanto la loro coltivazione a finocchio e la relativa raccolta dei prodotti inerenti all’annata agraria 2010, consentendo agli stessi, attraverso l’omessa frangizollatura dei terreni, l’indizione di una gara mediante apposito bando e la conseguente turbativa della gara stessa, di commercializzare il prodotto e ricavarne un profitto lordo pari a un milione di euro». In particolare la Girasole anziché disporre la frangizollatura dei terreni confiscati destinati all’associazione temporanea di scopo “Libera Terra Crotone”,  dopo avere ricevuto l`8 novembre 2010 la nota con cui l’Agenzia dei beni sequestrati consegnava i terreni al Comune di Isola, il 7 dicembre 2010  inviava un atto di indirizzo al responsabile del settore patrimonio per la stesura di un bando per la raccolta dei finocchi seminati sui terreni confiscati, adducendo «…che sui terreni sopra descritti era evidente al momento della consegna dei terreni al comune di Isola una imponente produzione di finocchi che potrebbe essere portata a conclusione attraverso un bando pubblico nelle more della stesura del contratto per la gestione da parte dell’A.T. S….». Pubblicata la gara vi sarebbero stati dei contatti tra il marito del sindaco ed esponenti del clan  «fornendo loro notizie riservate e suggerendo indicazioni specifiche per la sua aggiudicazione». I membri della famiglia Arena avrebbero quindi provveduto a individuare un prestanome a cui effettivamente sarebbe poi stata aggiudicata la gara: «così, assicurando la presenza degli Arena sui terreni confiscati all’atto della raccolta dei finocchi, concorrendo con gli stessi alle trattative per la loro commercializzazione, provvedendo, infine, via, via incamerando il prezzo delle varie vendite, a trasferire loro le corrispondenti somme di denaro».

SOLDI E SANGUE Nell`ordinanza sono contestati anche due omicidi. Il primo è quello di Pasquale Nicoscia ucciso per vendetta dopo l`omicidio di Carmine Arena ammazzato con un colpo di bazooka il 2 ottobre 2004.  Per la Dda di Catanzaro Francesco Gentile e Paolo Lentino avrebbero agito in concorso con Fabrizio Arena, Fiore Gentile e il defunto Giuseppe Arena classe 1962. Proprio quest`ultimo il 9 giugno 2008 fu vittima di lupara bianca, secondo quanto ricostruito il suo corpo sarebbe stato fatto sparire gettandolo nell`acido. Il gip Abigail Mellace in questo caso ha rigettato la richiesta di arresto avanzata dalla Procura.

L`ACCUSA AL POLIZIOTTO Carlo Capizzano, in servizio presso la Questura di Cosenza, avrebbe rivelato a esponenti del clan Arena «notizie d’ufficio che dovevano rimanere segrete». In particolare avrebbe riferito  dell’esistenza di un’attività investigativa sul parco eolico Wind Farm di Isola Capo Rizzuto, poi sequestrato dalla Dda. Avrebbe avvisato gli uomini della cosca anche di essere sotto intercettazione da parte della guardia di finanza e che sarebbero stati adottati provvedimenti cautelari. Per l`esponente della polizia il gip ha disposto la custodia cautelare in carcere.

Argomenti
Categorie collegate

Corriere della Calabria - Notizie calabresi
Corriere delle Calabria è una testata giornalistica di News&Com S.r.l ©2012-. Tutti i diritti riservati.
P.IVA. 03199620794, Via del Mare, 65/3 S.Eufemia, Lamezia Terme (CZ)
Iscrizione tribunale di Lamezia Terme 5/2011 - Direttore responsabile Paola Militano
Effettua una ricerca sul Corriere delle Calabria
Design: cfweb

x

x