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OPERAZIONE INSULA | «Di Pino non esiste più niente»

Giuseppe Arena figlio del boss Nicola sarebbe stato ucciso dai suoi stessi familiari e il suo corpo sciolto nell`acido. È questa la conclusione a cui è giunto il sostituto procuratore generale Salv…

Pubblicato il: 03/12/2013 – 19:56
OPERAZIONE INSULA | «Di Pino non esiste più niente»

Giuseppe Arena figlio del boss Nicola sarebbe stato ucciso dai suoi stessi familiari e il suo corpo sciolto nell`acido. È questa la conclusione a cui è giunto il sostituto procuratore generale Salvatore Curcio incrociando le dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia e numerose intercettazioni. Un omicidio maturato, secondo gli inquirenti, all`interno del clan diviso tra le due fazioni storiche dei Chitarra e dei Cicala. Una ricostruzione, però, che al momento non ha trovato la conferma del gip che ha rigettato le richieste di arresto avanzate dalla Dda.
Giuseppe Arena, classe 1962, sparisce da Isola Capo Rizzuto il 9 giugno del 2008. Un caso di lupara bianca mai risolto. Il corpo non è mai stato ritrovato, il perché lo rivela la frase di un indagato che gli inquirenti sono riusciti a intercettare: «No… non c`è più Pino, lo hanno sciolto nell`acido, perché se no è da adesso che lo avrebbero trovato… non esiste più niente di lui…». Il motivo di così tanta crudeltà è da ricercarsi negli attriti interni alla cosca. Secondo una regola non scritta, i due rami della famiglia si alternano alla guida della cosca. Dopo la morte di Carmine Arena, appartenente ai Cicala ucciso con un colpo di bazooka nel 2004, la reggenza sarebbe stata affidata a Giuseppe Arena appartenente allo stesso ramo. Una scelta che avrebbe creato una frattura insanabile nella “famiglia”, tanto da portare alla decisione di eliminare Giuseppe Arena. Una scelta che secondo il sostituto pg Curcio ha avuto gravi ripercussioni sulla `ndrina: «L’uccisione di un membro della cosca per mano dei propri familiari non solo ha inevitabilmente intaccato la solidità dei rapporti interni e la coesione della famiglia, ma ha determinato anche una perdita di credibilità a livello sociale perché ha fornito l’immagine di una consorteria criminale divisa e dilaniata da dissidi interni, indicatori quest’ultimi di debolezza intrinseca e decadimento».

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