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Il percolato finiva in mare, sequestrato il depuratore di Tortora

TORTORA I liquami provenienti dal percolato delle discariche di diverse regioni del Sud sarebbero finiti nel torrente Pizzino, affluente del fiume Noce, e quindi nelle acque del alto Tirreno cosent…

Pubblicato il: 04/12/2013 – 16:46
Il percolato finiva in mare, sequestrato il depuratore di Tortora

TORTORA I liquami provenienti dal percolato delle discariche di diverse regioni del Sud sarebbero finiti nel torrente Pizzino, affluente del fiume Noce, e quindi nelle acque del alto Tirreno cosentino. L`operazione – scattata alle prime ore di oggi che ha portato al sequestro del depuratore in località San Sago di Tortora – è frutto di una lunga attività d`indagine portata avanti dalla Procura di Paola e che avrebbe permesso di accertare diversi illeciti. Ma soprattutto che in quell`impianto – già finito negli anni scorsi sotto la lente di ingrandimento degli inquirenti – sarebbero finiti cospicui quantitativi di liquami altamente inquinanti per l`ambiente. Un processo di depurazione che, secondo le indagini condotte in prima persona dal procuratore capo Bruno Giordano ma che sono state coordinate anche con la procura di Lagonegro, non sarebbe neppure avvenuto visto che l`impianto di Tortora non avrebbe neppure trattato quei liquami e che per questo sarebbero finiti direttamente nel limitrofo corso d`acqua e da lì in  mare. Una gestione dell’impianto, quindi, assolutamente non in linea con le sue caratteristiche tecniche: la struttura sarebbe stata utilizzata, come sottolinea il gip nel provvedimento, «quale sito in cui far confluire, al fine di maturare ulteriori guadagni “bypassando” illecitamente i parametri e gli adempimenti imposti dalle normative e dalle prescrizioni amministrative di riferimento, il maggior quantitativo di rifiuti possibili, successivamente smaltiti illegalmente, a causa del loro mancato e/o inadeguato o comunque insufficiente trattamento, attraverso il loro scarico nel torrente Pizzinno e successivamente, attraverso il fiume Noce, nel mar Tirreno». Gli inquirenti avrebbero accertato, nel corso dell`indagine avviata nel 2011, una serie di criticità nel funzionamento del depuratore, tra le quali la presenza di tubazioni volanti, predisposte sulle vasche per bypassare sezioni del processo depurativo o la completa disattivazione della sezione di depurazione relativa alla “denitrificazione” con la conseguenza del mancato abbattimento dell’azoto, causa della cosiddetta eutrofizzazione dei torrenti recettori e del mar Tirreno.
Diversi i reati contestati ai responsabili della società Ecologica 2008  tra i quali il danneggiamento, la deturpazione delle bellezze naturali, il mancato rispetto dei criteri di autorizzazione – visto che il quantitativo autorizzato dalla Regione Calabria attraverso l`Aia (pari a 300 metri cubi al giorno) non sarebbe stato rispettato –, ma anche il disastro ambientale. I sigilli sono stati apposti – su provvedimento del gip di Paola, Carmine De Rose – dagli uomini della guardia di finanza di Cetraro che, su delega della Procura, hanno proceduto a mettere prima in sicurezza l`impianto di Tortora. Dall`indagine sarebbe emerso anche che il depuratore sarebbe stato il terminale di liquami speciali provenienti della Campania, della Puglia e della Basilicata. Un risultato al quale i finanzieri sarebbero pervenuti attraverso l`esame congiunto di documentazione amministrativa, tra gli anni 2009 e il 2013, proveniente dai documenti di viaggio e dal libro di carico e scarico dei liquami della struttura tortorese ma anche con l’ausilio di attività tecnica consistita nel monitorare gli spostamenti delle auto-cisterne e dei camion che trasportavano i rifiuti speciali, con l’installazione su di essi di apparecchiature gps. Proprio grazie a quest`attività, svolta anche in collaborazione con i carabinieri del Norm di Lagonegro, sarebbe emerso che nei soli due mesi – dicembre 2012 gennaio 2013 – dall’impianto sarebbero stati immessi illecitamente nel torrente Pizzino oltre 8.500 metri cubi di rifiuti liquidi, perlopiù percolato da discarica non depurato. Un liquame altamente dannoso per l`ambiente e anche per la salute pubblica della zona visto che le acque del torrente vengono utilizzate anche per l’irrigazione e l’abbeveraggio del bestiame. Ma anche per la qualità della acque del Tirreno cosentino e lucano. (0090)

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