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MALTEMPO | «Kaulon non diventi una nuova Sibari»

La mareggiata di qualche giorno fa, ampiamente prevista, ha inferto un duro colpo alle testimonianze archeologiche di Monasterace, mettendo seriamente in pericolo l’antica Kaulon.La presidente regi…

Pubblicato il: 06/12/2013 – 11:35
MALTEMPO | «Kaulon non diventi una nuova Sibari»

La mareggiata di qualche giorno fa, ampiamente prevista, ha inferto un duro colpo alle testimonianze archeologiche di Monasterace, mettendo seriamente in pericolo l’antica Kaulon.
La presidente regionale del Fai-Fondo per l’Ambiente Italiano, Anna Lia Paravati, auspica  un immediato intervento a salvaguardia dell’area archeologica e una valutazione dei danni arrecati dall’evento.
«Ci si attende – afferma la presidente del Fai Calabria – un gesto forte di tutela perché si possa conservare un’area di enorme valore culturale e paesaggistico che ha ancora tanto da raccontare della nostra storia. Dopo Sibari la Calabria non può permettersi la distruzione di un altro importante sito archeologico, ne resterebbe compromessa la cultura ma anche l’immagine della nostra regione».
Secondo gli esperti, incaricati dal Fai regionale a riferire sulla vicenda, la furia del mare, alla quale non ci si è preparati con adeguate protezioni, ha fatto  letteralmente crollare  una parte dell’area sacra caratterizzata da uno degli edifici templari più importanti della Calabria. Il tempio dorico dell’antica Kaulon sta scivolando a mare, eroso dal moto ondoso che ha determinato continui e devastanti crolli della duna costiera, ormai quasi del tutto inesistente. La potente ingressione marina ha provocato lo smottamento dei terreni ed ha messo a nudo una possente struttura in blocchi squadrati non noti finora ed una grande quantità di macerie derivanti dal disfacimento di strati archeologici: grandi blocchi mescolati a frammenti di mattoni, tegole e ciottoli: è tutto quel che resta di alcune strutture, ex voto, e suppellettili che costituivano il tesoro del tempio, indagato con cura in anni di ricerche che hanno richiesto attenzione, professionalità e meticolosa pazienza. Anche il complesso delle terme ellenistiche, poco più a nord, è gravemente minacciato nella sua integrità dalle forze del mare. Proprio poco tempo fa, in quella parte dell’area archeologica, era stato rinvenuto un mosaico policromo denominato “dei draghi e dei delfini” che, datato tra la fine del IV e gli inizi del III sec. a.C., costituisce il mosaico più antico finora rinvenuto in Magna Graecia. L’area mostra tutta la sua fragilità e non è in condizioni di resistere ad altri eventi  di pari entità a quella registrata in questi giorni.
«Possiamo starne certi – è l’allarme lanciato dal Fai –, la prossima volta assisteremo alla distruzione dell’area del tempio e del complesso termale, compreso il prezioso mosaico». (0070)

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