IN EDICOLA | Chi domina nel capoluogo

Da Oppido Mamertina alla conquista di Catanzaro e del suo hinterland. L`indagine della Dda di Reggio Calabria denominata “Erinni” racconta la storia criminale della cosca Mazzagatti. Un clan che sintetizza in sé le due facce della `ndrangheta: quella spietata al punto da dare in pasto ai maiali il corpo di un “nemico”, ma anche quella in giacca e cravatta, capace di sedersi allo stesso tavolo con il gotha dell`imprenditoria locale. Così mentre a Oppido gli uomini dei Mazzagatti eseguiva le sentenze di morte, nel capoluogo Rocco Mazzagatti stringeva accordi con la classe dirigente di Catanzaro, un territorio che gli inquirenti definiscono «conquistato». «Una “locale” – la descrivono i magistrati reggini – molto proiettata agli investimenti e con tendenza a progetti economici fuori provincia, resi possibili grazie anche all’azione del “capo della locale”, Rocco Mazzagatti che – ?trasferendo la propria residenza nella provincia di Catanzaro – ?aveva determinato anche in quei posti una forte dislocazione di uomini e mezzi, aveva intrecciato forti legami con esponenti di vertice delle organizzazioni di ‘ndrangheta del Catanzarese e del Crotonese nonché con gli imprenditori del luogo, ed aveva acquisito attività commerciali successivamente intestate a terzi». Proprio nel capoluogo calabrese già nel 2008 il Tribunale di Reggio Calabria sezione misure di prevenzione aveva fatto apporre i sigilli a tre società riconducibili ai Mazzagatti: ?la Tra.co.cem che si occupava di rivendita al dettaglio di cemento e materiale da costruzione; la Tra.Rec e la Gml. Ora si è aggiunta la “Autoworld”, che si occupa del commercio all’ingrosso di lubrificanti, pneumatici, vernici e carburanti a Germaneto. E proprio pochi mesi prima del blitz il boss stava stringendo accordi con investitori russi.

(L`articolo completo, a firma di Gaetano Mazzuca, è pubblicato sul numero 129 del Corriere della Calabria, in edicola fino al prossimo 12 dicembre)