ll perito: Preiti era lucido I legali: non siamo d`accordo

ROMA “Non condividiamo le conclusione dello psichiatra Pietro Rocchini seppure, parzialmente, confermino alcuni punti della perizia di parte”. Così l`avvocato Mauro Danielli, uno dei difensori di Luigi Preiti, il 49enne calabrese che il 28 aprile scorso, giorno di insediamento del governo Letta, sparò ai carabinieri davanti a Palazzo Chigi, commenta il giudizio espresso dallo psichiatra Piero Rocchini, secondo il quale, come riportato da alcuni quotidiani, l`attentatore, al momento del fatto, era lucido. Un parere, quello espresso dall`esperto in sede di perizia disposta dal gup Filippo Steidl, davanti al quale Preiti viene giudicato con il rito abbreviato, in sintonia con le certezze acquisite dalla procura sin dall`immediatezza del fatto. “Per noi – ha dichiarato Danielli – rimangono le conclusioni del nostro consulente Maurizio Marasco il quale non ha mai detto che Preiti fosse incapace di intendere e di volere, ma semplicemente che era affetto da una forte depressione e che questa patologia aveva inciso sulla sua volontà. Anche Rocchini parla di depressione in forma lieve, ma la sua perizia si è svolta a distanza di tempo dall`evento, nel corso del quale Preiti è stato sottoposto ad un trattamento farmacologico, mentre il nostro consulente si pronunciò in un`epoca vicina al fatto”. Le conclusioni della perizia di Rocchini saranno discusse in aula il 17 dicembre prossimo. E soddisfazione per l`esito della perizia Rocchini è stata espressa da Ciro Giangrande, fratello del brigadiere Giuseppe, ferito nella sparatoria di Palazzo Chigi: “Abbiamo sempre avuto fiducia nella giustizia, e continuiamo ad averla”, ha detto. (0050)