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Demoskopika: alle `ndrine fanno gola i fondi Por 2014-2020

Dagli appalti pubblici un giro d’affari per 2,4 miliardi di euro pari all’8,1 per cento del Pil calabrese. Per il 58,3% la presenza della criminalità organizzata e i legami stretti da affari e poli…

Pubblicato il: 10/12/2013 – 13:56
Demoskopika: alle `ndrine fanno gola i fondi Por 2014-2020

Dagli appalti pubblici un giro d’affari per 2,4 miliardi di euro pari all’8,1 per cento del Pil calabrese. Per il 58,3% la presenza della criminalità organizzata e i legami stretti da affari e politica alimentano la corruzione allargando il disagio sociale ed economico. Ben 15mila gli imprenditori vittime di richieste di mazzette e tangenti principalmente da funzionari che gestiscono gli appalti pubblici e da politici. L’allarme è stato lanciato dall’istituto Demoskopika in occasione della riunione della commissione Antimafia a Reggio Calabria: «Ai clan calabresi fanno gola gli oltre tre miliardi di fondi comunitari che dovrà gestire la Regione per il periodo 2014-2020».
Gli appalti pubblici – è scritto in un comunicato di Demoskopika – generano un fatturato dei gruppi criminali calabresi pari a 2,4 miliardi di euro pari all’8,1 per cento della ricchezza regionale. Un business cospicuo che mette in evidenza una presenza dominante delle ’ndrine negli appalti, nei subappalti, negli affidamenti e nelle forniture di servizi e beni. Un ingente patrimonio illecito frutto di uno stretto legame corruttivo esistente tra sodalizi criminali, affari e politica e sul quale gli imprenditori calabresi non hanno dubbi: ben il 46,9 per cento ritengono governo e Parlamento inadeguati nell’attività di contrasto. Non fanno abbastanza, dicono ai rilevatori dell’istituto Demoskopika, è per fronteggiare la corruzione e spezzare il circuito perverso tra clan mafiosi e pubblica amministrazione. «Sulla presenza delle ‘ndrine negli appalti pubblici – dichiarano i ricercatori di Demoskopika – basta citare i lavori di ammodernamento del tratto calabrese dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria che ha visto la malavita locale procurarsi la complicità dei direttori dei cantieri appaltati e la collusione con funzionari in relazione alle autorizzazioni di subappalti e alle varianti in corso d’opera. È incredibile – continuano dall’Istituto Demoskopika – dover rilevare che in una regione afflitta da un tasso di disoccupazione da record, arrivino notizie di un movimento vorticoso di denaro che da solo potrebbe risolvere i problemi dei giovani e dei cassintegrati. Ma la ‘Ndrangheta – concludono gli autori dello studio di Demoskopika – non ha alcuna intenzione di beneficiare la propria regione, anzi ha tutto l’interesse che la situazione rimanga così com’è, per poter continuare ad esercitare il proprio potere su una popolazione afflitta dallo stato di necessità e su un tessuto imprenditoriale fiaccato dal crollo dei fatturati e dalla crescente imposizione fiscale».
Corruzione: legame tra ‘ndrangheta, affari e politica alimenta il sistema corruttivo per quasi il 60% degli imprenditori. La responsabilità del dilagare del fenomeno è attribuita principalmente alla politica, a causa dei suoi stretti legami con il mondo degli affari e alla presenza della criminalità organizzata per ben il 58,3 per cento. Poco meno del 50% pensa che i politici, governo e Parlamento in testa, non stiano facendo abbastanza per combattere la corruzione nel loro paese e un quinto degli intervistati (21,6%) denuncia la mancanza di trasparenza nel modo in cui viene speso il denaro pubblico.
Minori le percentuali di quanti individuano quale causa scatenante del fenomeno la clemenza e la poca severità nelle pene inflitte nei confronti dei soggetti che compiono reati legati alla corruzione (12,6%) o la non efficace applicazione della legge da parte delle autorità preposte (10,1%) e ancora l’attribuzione di incarichi nella Pubblica Amministrazione non basati su criteri di merito (10,8%). Scorrendo la graduatoria ciascuno dei rimanenti motivi è stato menzionato da meno del 10% degli intervistati. Tangenti e mazzette: circa 15mila imprenditori vittime di politici e funzionari della Pa. L’8,8% degli imprenditori dichiara di essere stato vittima di corruzione negli ultimi 12 mesi, rispondendo positivamente alla domanda «…qualcuno le ha chiesto, oppure si aspettava che Lei pagasse una tangente per i servizi offerti…». Una condizione ancora più allarmante se si inferisce il campione osservato all’intero universo delle imprese attive in Calabria: circa 15mila gli operatori economici che avrebbero ricevuto richieste estorsive, mazzette e tangenti. Le percentuali maggiori di casi di corruzione si riscontrano tra le imprese del comparto edile e dei servizi rispettivamente con il 13,2% e 13% seguiti subito dopo dagli imprenditori agricoli (11,7%), mentre le percentuali minori tra le imprese commerciali (2,4%) e dell’industria (8,7%). La richiesta di tangenti è stata fatta principalmente da funzionari che gestiscono gli appalti pubblici (26,1%) e da politici (17%), seguiti con percentuali inferiori da persone che lavorano nelle forze dell’ordine (11,4%) e da soggetti che si occupano del rilascio di concessioni edilizie e di permessi per lo svolgimento di altre attività economiche e commerciali (11,4%).
Radiografia dei reati: 1 su 2 riguarda la truffa per erogazioni pubbliche. Analizzando il trend del numero complessivo delle persone denunciate per reati legati alla corruzione in Calabria, si nota un forte aumento dei casi (+61%) dal 2004 in poi che raggiungono il loro picco massimo nel 2006 passando da 1.511 a 2.440 per poi scendere al livello minimo nel 2009 a 1.114 e attestarsi dopo un leggero aumento a 1.377 nel 2010. Considerando, infine, l’intero periodo 2004-2010 nella ripartizione del numero complessivo delle persone denunciate per tipologia di reato emerge che le percentuali maggiori riguardano il reato di truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche con quasi il 50% dei casi, il reato di abuso d’ufficio con il 28,1%, e l’indebita percezione a danno dello stato con il 7,5%, le altre categorie sono rappresentate da valori nettamente inferiori, così come nella voce altri reati che comprende tutti i casi con percentuali che non superano il 2%. (0050)

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