VIBO VALENTIA Il boss della `ndrangheta Pantaleone Mancuso, detto “Vetrinetta”, aveva interesse ad incontrare, nel 2001, l`allora deputato di An Maurizio Gasparri, incontro che, però, non ci fu. È quanto si afferma nelle motivazioni della sentenza emessa l`11 luglio scorso dal Tribunale di Vibo Valentia con la quale si è chiuso, dopo tre anni, il processo contro la cosca dei Mancuso di Limbadi scaturito dall`operazione antimafia “Minosse 2”. In particolare, per la sentenza, è pienamente provata la preparazione del boss all`incontro così come emerge dalle intercettazioni delle conversazioni avute dal nipote di Mancuso, che gli faceva da autista, Giuseppe Corsaro con la fidanzata. «La narrazione del tentato abboccamento a Vibo con l`onorevole Gasparri che “deve fare un comizio alle 11 a Limbadi” – scrive il tribunale nella sentenza che riporta le intercettazioni – è sostanzialmente confermata dal teste dell`accusa, il maresciallo Nazzareno Lopreiato. L`unico dato certo è che, in effetti, quel 22 aprile del 2001, l`onorevole Gasparri si trovava alloggiato all`Hotel 501 di Vibo Valentia. Ma, tanto basta, agli effetti di questo giudizio, perché idoneo a confermare la veridicità del narrato di Corsaro e in particolare che Pantaleone Mancuso, classe `47, avesse interesse ad un incontro con l`onorevole e che lo avesse preparato. (0050)
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