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I cittadini difendono il Comune: «Deve restare nel centro storico»

Il municipio non si tocca. La decisione di trasferire gli uffici comunali dal centro storico ha scatenato la protesta dei cittadini di Monasterace che dopo aver minacciato manifestazioni eclatanti …

Pubblicato il: 30/12/2013 – 16:23
I cittadini difendono il Comune:  «Deve restare nel centro storico»

Il municipio non si tocca. La decisione di trasferire gli uffici comunali dal centro storico ha scatenato la protesta dei cittadini di Monasterace che dopo aver minacciato manifestazioni eclatanti adesso hanno preso carta e penna per scrivere al prefetto di Reggio e alla Procura della Corte dei conti.
Al commissario Maria Luisa Tripodi, nominata dopo le dimissioni del sindaco eletto Maria Carmela Lanzetta, il comitato di cittadini chiede di annullare in autotutela la delibera contestata con la quale è stato disposto il provvisorio trasferimento degli uffici comunali da Monasterace superiore alla frazione marina.
I “difensori” del vecchio municipio smontano punto per punto le motivazioni che hanno portato il commissario a prendere la decisione del trasloco. Innanzitutto contestano l`inidoneità dell`attuale edificio: «L’infondatezza del presupposto su cui si basa la delibera in oggetto si evince dalla seguente osservazione: il piano terra dei  locali è in  uso  a Telecom e abitualmente frequentato dai suoi dipendenti.  Come mai per Telecom la sede continua ad essere idonea mentre per l’amministrazione no?».
Gli appartenenti al comitato non negano la necessità di alcuni lavori: «Gli interventi più urgenti sembrano essere quelli riguardanti i bagni, l’eliminazione delle barriere architettoniche e il rifacimento dell’intonaco delle pareti esterne dell’edificio. Tali lavori comporterebbero una spesa molto ridotta rispetto ai 232.000,00 euro indicati dal tecnico comunale, il quale annovera tutta una serie di interventi per mettere a nuovo l’attuale palazzo comunale».
Ma soprattutto i cittadini del centro storico di Monasterace sono pronti a intervenire con fondi privati per  risolvere le criticità del municipio. Non è la prima volta che gli abitanti si mettono le mani in tasca. In passato si sono già assunti l’impegno di pagare (e stanno pagando) con fondi privati il mutuo contratto per ristrutturare la chiesa matrice del paese.  
Il trasferimento dovrebbe avvenire nella struttura che avrebbe dovuto ospitare la caserma dei vigili del fuoco, di recente interessata da lavori. «Tali interventi – sostiene il comitato – hanno portato alla realizzazione di una tipica caserma, costituita da una grande stanza da adibire a sala mensa e stanze più piccole quali dormitori e bagni. Vi è una sola stanza dotata di rete telefonica e internet (quella che sarebbe stato l’ufficio e centralino della caserma stessa) per cui è necessario fare ulteriori lavori affinché tutte le altre stanze, da trasformare in uffici comunali, possano essere collegati alla rete telefonica e internet. Inoltre l’immobile è sprovvisto di impianto di riscaldamento e/o condizionatori (termoconvettori), per cui sarà necessario o acquistare nuovi condizionatori o smontare e rimontare i condizionatori installati presso altri edifici di proprietà del Comune». Tutte operazioni che farebbero aumentare le spese per il Comune che, al contrario, sostengono i cittadini, avrebbe costi zero se si mantenesse il municipio nel centro storico trasferendolo provvisoriamente nella cosiddetta “Casa gialla”, «esattamente di fronte l’attuale sede comunale e già dotata di impianti telefonici, internet e di riscaldamento».
Qualora il commissario non voglia recedere dalla sua decisione l`agguerrito comitato chiede alla Procura della Corte dei conti di valutare gli eventuali profili di danno erariale «per le spese sostenute e da sostenere per il trasferimento degli uffici presso la caserma dei vigili del fuoco; per il rifiuto a ripristinare i locali dell’attuale sede comunale con fondi privati; e per il naturale depauperamento del palazzo comunale di via Calvario una volta che sarà abbandonato».
«Privare Monasterace superiore del palazzo comunale – concludono i cittadini – significa far morire il paese». (0080)

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