Ultimo aggiornamento alle 21:20
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 4 minuti
Cambia colore:
 

Individuata a Roma una “cellula” delle `ndrine di San Luca, tre arresti

ROMA La Squadra Mobile di Roma ha eseguito ieri tre ordinanze di custodia cautelare in carcere, emesse dal gip presso il Tribunale di Roma nei confronti dei componenti del commando che la sera del …

Pubblicato il: 08/01/2014 – 11:07
Individuata a Roma una “cellula” delle `ndrine di San Luca, tre arresti

ROMA La Squadra Mobile di Roma ha eseguito ieri tre ordinanze di custodia cautelare in carcere, emesse dal gip presso il Tribunale di Roma nei confronti dei componenti del commando che la sera del 24 gennaio 2013, in via della Castelluccia di San Paolo, ha assassinato Vincenzo Femia. L`operazione ha permesso anche di smantellare quella che gli inquirenti definiscono «una pericolosa cellula di `ndrangheta» che alcuni esponenti originari di San Luca avevano creato nel corso degli anni nella capitale.
Riproponendo i dettami ed i rituali tipici della mafia calabrese – sottolineano gli investigatori – gli arrestati avevano creato un gruppo operativo che, pur mantenendo un legame con la Casa Madre originaria voleva gestire gran parte del fiorente traffico di stupefacenti nella Capitale. Il lavoro della Polizia di Stato della Capitale ha consentito di far emergere elementi indiziari tali da poter ragionevolmente ipotizzare che l`omicidio Femia, commesso dai componenti del commando, sia stato commissionato da organizzazioni criminali appartenenti alla `ndrangheta calabrese e sia maturato a seguito di contrasti insorti proprio nella gestione del traffico di droga.

LA SVOLTA CON LA COLLABORAZIONE DI UNO DEI KILLER
Sono state le rivelazioni di uno dei killer di Vincenzo Femia, arrestato lo scorso luglio, ad aiutare la squadra Mobile di Roma nelle indagini che hanno portato oggi all`arresto degli altri tre componenti del commando che a gennaio dello scorso anno uccisero a colpi di pistola il boss della cellula `ndranghetista di San Luca nella periferia di Roma. L`uomo, Gianni Cretarola, ha deciso di collaborare con la giustizia subito dopo il suo arresto, a luglio scorso. È stato lui a indicare i nomi degli altri killer ed i luoghi in cui erano state nascoste le pistole usate per l`omicidio di Femia.
«Finalmente possiamo mettere la parola fine su questo caso – afferma il capo della Mobile di Roma, Renato Cortese -. Abbiamo ricostruito interamente la dinamica, la modalità ed il movente dell`omicidio. Sullo sfondo c`è il controllo del traffico di droga nella Capitale». Gli arrestati sono Antonio e Francesco Piazzata e Massimiliano Sestito. I primi due sono finiti in manette a San Luca, paesino del Reggino, mentre Sestino era già in carcere a Viterbo.

IL PIZZINO CON IL GIURAMENTO DEI NUOVI ADEPTI
C`era anche un pizzino con il giuramento dei nuovi adepti alla `ndrangheta tra i documenti sequestrati dalla squadra mobile di Roma nell`ambito dell`inchiesta che ha portato oggi all`arresto del commando che a gennaio dello scorso anno uccise Vincenzo Femia, uno dei boss della cellula di San Luca, paesino del Reggino, presente a Roma. Il foglio criptato è stato rinvenuto in una delle abitazioni di Gianni Cretarola, uno dei killer di Femia arrestato lo scorso luglio. Per decifrare il contenuto del documento, gli agenti si sono avvalsi di un codice rinvenuto sempre nella stessa abitazione. «Questa prova è stata fondamentale per risalire all`ambito nel quale si era consumato il delitto», ha detto il procuratore aggiunto Michele Prestipino durante la conferenza stampa in Questura, alla quale ha preso parte anche il nuovo questore, Massimo Mazza, ed il capo della Mobile, Renato Cortese.

PRESTIPINO: «CAMPANELLO D`ALLARME»
«L`omicidio di Femia rappresenta un segnale importante, un campanello d`allarme sulla presenza della `ndrangheta a Roma». Queste le parole del sostituto procuratore Michele Prestipino commentando l`arresto del commando che il 24 gennaio scorso uccise a colpi di pistola il boss della cellula criminale di San Luca, Vincenzo Femia. «Si tratta di uno dei tanti omicidi frequenti nella provincia di Reggio Calabria, dove ho lavorato – spiega Prestipino -. Bisogna però fare una riflessione sul fatto che sia accaduto a Roma. Dovunque la `ndrangheta si stabilizza porta con sé tutto quello di cui è capace, dagli affari illegali all`omicidio, considerato dalla criminalità organizzata sempre l`extrema ratio per evitare di attirare l`attenzione delle forze dell`ordine. Questo sta accadendo anche a Roma, e la presenza della `ndrangheta merita molta attenzione».

Argomenti
Categorie collegate

Corriere della Calabria - Notizie calabresi
Corriere delle Calabria è una testata giornalistica di News&Com S.r.l ©2012-. Tutti i diritti riservati.
P.IVA. 03199620794, Via del Mare, 65/3 S.Eufemia, Lamezia Terme (CZ)
Iscrizione tribunale di Lamezia Terme 5/2011 - Direttore responsabile Paola Militano
Effettua una ricerca sul Corriere delle Calabria
Design: cfweb

x

x