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Agrumicoltura della Piana, Molinaro: le multinazionali impongono le regole

ROSARNO «C`era una volta nella piana di Rosarno-Gioia Tauro una filiera agrumicola che valeva ottomila posti di lavoro e per qualità e quantità faceva invidia. Oggi, a quattro anni di distanza dall…

Pubblicato il: 09/01/2014 – 15:43
Agrumicoltura della Piana, Molinaro: le multinazionali impongono le regole

ROSARNO «C`era una volta nella piana di Rosarno-Gioia Tauro una filiera agrumicola che valeva ottomila posti di lavoro e per qualità e quantità faceva invidia. Oggi, a quattro anni di distanza dalla rivolta che aveva fatto il giro del mondo con le immagini di una guerriglia i problemi e i nodi rimangono irrisolti». Lo afferma in una nota il presidente della Coldiretti della Calabria, Pietro Molinaro. «La catena di sfruttamento – aggiunge – è ancora drammaticamente presente e schiavi della filiera agrumicola rimangono i lavoratori, gli agricoltori e i trasformatori. Il prezzo totale che si continua a pagare, è la somma delle condizioni di sfruttamento di queste tre figure professionali. Le uniche ad aver vinto sono le multinazionali dell`aranciata che non hanno consentito di rimuovere le cause economiche che sono alla base di una situazione che vede gli agrumi sottopagati e il cui ricavo non copre nemmeno il 50% dei costi. Sono le multinazionali delle bibite, che nonostante campagne pubblicitarie costosissime e accattivanti,  stanno impedendo di applicare la norma che prevede l`innalzamento di succo di arance nelle bibite al 20%, ed ancora sono loro a bloccare, in barba alla trasparenza, i decreti attuativi per l`indicazione di origine delle materie prime  in etichetta previsti dalla Legge 4/2012».  «Il sequestro – prosegue Molinaro – di tonnellate di succhi provenienti dal Brasile, spacciato poi per italiano, effettuato dal corpo forestale dello Stato è la conferma. Ad essere lasciati soli sono i sindaci e le associazioni di volontariato e caritatevoli, mentre dalle istituzioni regionali e nazionali ad oggi, solo “litri e litri” di parole e di inutili passerelle. Dimenticare Rosarno può essere un errore fatale e un pessimo esempio di come si dichiara la fine dell`agricoltura e la sconfitta di un valore e un diritto importante per tutti quale è il lavoro. Dalla Regione Calabria, finora silente, ci attendiamo che possa innescare una azione positiva e determinata, con coerenti politiche nei confronti di tutta la filiera». (0090)

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