Ultimo aggiornamento alle 9:20
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 3 minuti
Cambia colore:
 

Per le armi chimiche siriane spunta l`opzione Gioia Tauro

GIOIA TAURO Il dato è così sensibile che aspettarsi una dichiarazione ufficiale è impossibile. Ma il porto di Gioia Tauro compare in entrambi gli elenchi ufficiosi dei porti italiani che potrebbero…

Pubblicato il: 09/01/2014 – 17:08
Per le armi chimiche siriane  spunta l`opzione Gioia Tauro

GIOIA TAURO Il dato è così sensibile che aspettarsi una dichiarazione ufficiale è impossibile. Ma il porto di Gioia Tauro compare in entrambi gli elenchi ufficiosi dei porti italiani che potrebbero “ospitare” le armi chimiche provenienti dalla Siria. Il primo è quello diffuso qualche giorno fa dal segretario nazionale dell`Idv, Ignazio Messina: «Da informazioni che abbiamo acquisito – dice –, le 1.300 tonnellate di armi chimiche pericolosissime verranno ospitate in Italia per un periodo che va da 45 a 90 giorni. I porti individuati sono La Maddalena, Augusta, in Sicilia, e Gioia Tauro. Chiedo al ministro degli Esteri Emma Bonino di smentire quanto dico. Ma per ora non lo ha fatto. Questo mi preoccupa, e conferma che il nostro allarme non è infondato».
Le parole di Messina hanno fatto alzare un coro di proteste in Sardegna. Per quanto sia difficile fare ipotesi concrete su quale sia il porto italiano interessato dall’operazione, il governatore sardo Cappellacci si è esposto, lamentando ill fatto che «quando ci sono da gestire carichi scomodi come questo si pensi sempre alla Sardegna».
Eppure le direttive dell’Opac sono chiare: il porto prescelto dovrà offrire grandi profondità del mare, la presenza di un terminal container sufficientemente grande e la vicinanza a una base militare. Caratteristiche che escludono il mare Adriatico, troppo poco profondo, e anche la Sardegna, dove, nonostante la presenza di numerosi poligoni militari, non ci sono terminal container abbastanza grandi.
Questo ragionamento arriva dal sito Fanpage.it (e siamo al secondo elenco). E porta a una serie di nuove ipotesi, che puntano direttamente su Taranto e Livorno. La città dei due mari conta sul terminal container che serve le acciaierie dell’Ilva e in città c’è la base della marina militare italiana. Il porto di Livorno, invece, si trova invece nei pressi della base americana di Camp Darby e consentirebbe alla Cape Ray (la nave individuata per il delicatissimo trasporto) di potersi dirigere agevolmente verso i poligoni militari in mare al largo della Sardegna dove svolgere le operazioni di smaltimento. Il porto toscano però avrebbe come controindicazione l’alto livello di sindacalizzazione dei marittimi che potrebbero creare tensioni e proteste.
Fanpage, però, citando fonti della Capitaneria di porto, sottolinea che l`ipotesi Gioia Tauro è in campo proprio come le altre due. Perché è uno dei più grandi porti italiani, con un importante terminal container, e può contare sulle alte profondità dei fondali a ridosso del canale di Sicilia. Non c`è una base militare nei pressi, «ma la localizzazione tutto sommato isolata garantirebbe discrezione e poche tensioni e proteste».  Due elenchi, dunque. Entrambi molto lontani dall`ufficialità (ammesso che si decida di ufficializzare l`arrivo di un carico tanto sgradito), entrambi citano il porto calabrese. D`altra parte, la Calabria ha una certa esperienza come crocevia di veleni. (0020)

Argomenti
Categorie collegate

Corriere della Calabria - Notizie calabresi
Corriere delle Calabria è una testata giornalistica di News&Com S.r.l ©2012-. Tutti i diritti riservati.
P.IVA. 03199620794, Via del Mare, 65/3 S.Eufemia, Lamezia Terme (CZ)
Iscrizione tribunale di Lamezia Terme 5/2011 - Direttore responsabile Paola Militano
Effettua una ricerca sul Corriere delle Calabria
Design: cfweb

x

x