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Taglio dei tribunali, Vietti: «Necessario per far funzionare il sistema»

REGGIO CALABRIA «Il contesto socio-economico e giuridico è profondamente mutato negli ultimi anni e di conseguenza è mutata la natura del contenzioso. E se in passato i tempi di risposta della gius…

Pubblicato il: 16/01/2014 – 16:28
Taglio dei tribunali, Vietti: «Necessario per far funzionare il sistema»

REGGIO CALABRIA «Il contesto socio-economico e giuridico è profondamente mutato negli ultimi anni e di conseguenza è mutata la natura del contenzioso. E se in passato i tempi di risposta della giustizia potevano essere calibrati per così dire sulle stagioni, oggi non è più così: nella società globale, servono risposte in tempo reale. Il settore giudiziario non può chiamarsi fuori da questo cambiamento. Ecco perché bisogna mettere mano alla geografia giudiziaria». Lo ha detto il vice presidente del Csm, Michele Vietti, che intervenendo a un convegno sulla mediazione, all`indomani della sentenza della Consulta che ha bocciato il referendum sul cosiddetto taglio dei tribunali, ha detto no alla «filosofia della conservazione» e ha difeso la revisione della geografia giudiziaria e l`accorpamento degli uffici varati dal governo. «È necessario redistribuire le risorse, non possiamo avere una suddivisione che risponde a due secoli fa», ha insistito Vietti. «Non lo si fa per fare dispetto a qualcuno, ma per far funzionare il sistema. Dobbiamo cambiare gli organici, che rispondono a logiche emergenziali di decenni, lustri, secoli fa; investire sull`informatizzazione e sul processo telematico. C`è chi dice che con l`accorpamento degli uffici giudiziari, i cittadini fanno fatica a raggiungere i tribunali, come se i cittadini avessero come primo obiettivo quello di andare in tribunale: io non ho mai visto questi migrazioni – ha ironizzato Vietti – in tribunale ci vanno gli avvocati».
Di parere opposto il consigliere regionale di Forza Italia Giuseppe Caputo. «La pronunzia della Corte Costituzionale di inammissibilità dei quesiti referendari proposti da ben nove regioni italiane sulla riorganizzazione della geografia giudiziaria pone una serie di interrogativi attorno ai quali non possiamo esimerci dall`esprimere valutazioni di ordine politico. La prima Commissione Affari Istituzionali del Consiglio regionale, da me presieduta – aggiunge Caputo – aveva approvato la proposta di legge referendaria abrogativa, poi licenziata all`unanimità dal Consiglio regionale (uniformandosi alla Regione Abruzzo, capofila) allo scopo di affidare ai cittadini il compito di decidere se una legge dello Stato fosse meritevole di approvazione o meno. Una sorta di democrazia dal basso che, spiace sottolinearlo, è stata `presa a schiaffi` dai giudici
della Consulta, forse condizionati nel giudizio da un Presidente della Repubblica che continua a svolgere un ruolo più di governo che di Capo dello Stato».
«Tuttavia, nonostante il perseverare di uno Stato ostile – dice ancora Caputo – non tutto è perduto: nei prossimi giorni, in attesa del deposito della sentenza e delle relative motivazioni, valuteremo la possibilità di ricorrere alla Corte di giustizia europea al fine di vedere riconosciuto il diritto alla `giustizia` decisamente compromesso dal governo Monti prima e dal governo Letta poi. Quel governo delle larghe intese che non ha perso tempo a costituirsi in giudizio contro ben nove Regioni italiane chiedendo, attraverso l`Avvocatura dello Stato, l`inammissibilità dei quesiti referendari proposti che, ribadisco, rappresentavano un percorso di tipo istituzionale. Altra cosa è invece la battaglia sul piano politico. E qui rinnovo l`appello alla deputazione parlamentare calabrese tutta, affinché unitariamente chieda al ministro della Giustizia Cancellieri di ritornare sui propri passi attraverso l`attuazione di un intervento correttivo che sia utile a ripristinare il Tribunale di Rossano».

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