VIBO VALENTIA «In un momento storico in cui la sanità calabrese è ridotta male questi fatti amareggiano e mortificano. Anche perché il vedere medicine perfettamente integre essere buttate, rende i contorni della vicenda ancora più gravi». Così il procuratore della Repubblica di Vibo Valentia Mario Spagnuolo ha commentato l`inchiesta `Pharma bluff` che stamani ha portato all`arresto ai domiciliari di quattro persone, tra le quali in sindaco-farmacista di Joppolo Giuseppe Dato, di 57 anni, per una truffa da un milione di euro al servizio sanitario nazionale.
L`inchiesta, condotta da Guardia di finanza e Corpo forestale dello Stato ha preso il via dopo quattro rinvenimenti, in un luogo isolato lungo una strada provinciale, di numerose confezioni di medicinali integre e ancora valide. Gli investigatori hanno quindi ricostruito la “vita“ dei farmaci analizzando 25 mila ricette mediche risalendo così sia al medico che le aveva prescritte, Francesco Libero D`Agostino (62), sia alla farmacia Dato che le aveva dispensate. Nella farmacia, che è stata sequestrata, gli investigatori hanno anche piazzato alcune videocamere nascoste. Dalle indagini è quindi emerso un canale privilegiato tra il medico e il farmacista-sindaco che si traduceva in medicine prescritte a pazienti senza che questi ne avessero bisogno o completamente ignari, e nel gonfiare le ricette con la prescrizione di farmaci in più tra i quali anche oncologici o salvavita.
«Quello della farmacia – ha spiegato Spagnuolo – è un sequestro probatorio ma faremo in modo che l`utenza non vada incontro a disagi». Il magistrato ha quindi voluto sottolineare il lavoro «investigativo molto importante di Finanza e Corpo forestale, condotto facendo ricorso solo a strumenti di investigazione pura e senza collaborazione della cittadinanza. É stata avviata un`analisi di tipo merceologico per vedere il funzionamento a livello contabile della farmacia che è stato messo, poi, in parallelo con altre attività con un simile bacino d`utenza e si è scoperto che questa otteneva rimborsi dal Servizio sanitario in misura doppia rispetto a tante altre in cui risiedeva una popolazione di molto superiore».
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