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Quell'Acino (naturale) che inebria gli Usa

COSENZA «Abbiamo assaggiato per la prima volta L`Acino chiedendo in un bar di Parma un vino italiano che ricordasse il Beaujolais», ovvero uno dei rossi francesi più apprezzati. E così a Jules Dres…

Pubblicato il: 24/01/2014 – 16:19
Quell'Acino (naturale) che inebria gli Usa

COSENZA «Abbiamo assaggiato per la prima volta L`Acino chiedendo in un bar di Parma un vino italiano che ricordasse il Beaujolais», ovvero uno dei rossi francesi più apprezzati. E così a Jules Dressner, “talent scout” dei vini naturali in Usa, fu portata «una bottiglia di vino calabrese chiamato Chora Rosso, fatto con un vitigno mai sentito prima. Ce ne siamo innamorati tutti». Il vitigno sconosciuto è il Magliocco, e l`azienda in questione è L`Acino, con sede a San Marco Argentano (Cosenza). Da lì Dressner – e il suo staff, che anima uno dei portali del settore più accreditati e seguiti tra gli States e l`Europa – prova le altre bottiglie (in tutto due bianchi e due rossi) e subito si mette in contatto coi vignaioli calabresi per una full immersion in vigna, per seguire tutte le fasi della produzione. «Decidemmo all`istante di modificare il nostro viaggio in Italia per visitare quell`azienda».
Joe, il padre di Jules Dressner, importatore di alcune delle cantine più prestigiose come il Barbaresco di Roagna e la Foradori, è morto qualche anno fa ma Jules porta avanti con il socio Kevin il sito louisdressner.com. I due, con la loro agente a Chicago e un paio di clienti, dopo quella “folgorazione” a Parma sono tornati – come promesso – nell`azienda del Cosentino e hanno trasformato i complimenti in acquisti: un carico di vini de L`Acino ha così composto il primo ordine, che ha riguardato New York e la California (ma lo staff lavora anche su un`altra decina di Stati), territorio quest`ultimo a vocazione vitivinicola per eccellenza sia negli Stati Uniti che a livello internazionale.
Quello di Dressner è un portfolio, nato 15 anni fa, che raccoglie oltre 100 vignaioli da Francia, Italia, Germania, Spagna, Portogallo, Croazia, Slovenia e Cile. La menzione – e l`inserimento tra le poche e selezionatissime aziende italiane seguite – è l`ultima soddisfazione per L`Acino, che in pochi anni ha superato i confini calabresi per conquistare i mercati nazionale prima ed estero poi: il Chora 2011 (rosso) e il Mantonicoz 2010 (bianco) possono essere, per fare un esempio, degustati nel ristorante del Builders arms hotel a Melbourne. «Il punto non è esserci, ma starci con la stessa dignità di altri, alla pari», spiegano dall`azienda: e allora il Mantonicoz, per restare nel prestigioso ristorante australiano, costa quanto una bottiglia di Radikon, famoso produttore del Collio.
«Volevamo e vogliamo dare dignità alla nostra terra, perché crediamo che abbia grandi potenzialità, non solo nel settore vinicolo, ma nel resto dell`agroalimentare e naturalmente dal punto di vista culturale e naturalistico», dice Dino Briglio Nigro, uno dei soci assieme ad Antonello Canonico ed Emilio Di Cianni. «Un paio di anni fa – racconta – un importatore del Colorado mi disse che aveva attraversato il versante jonico calabrese e forse per aver fatto studi classici, si era fermato a visitare il Museo e gli Scavi di Sibari. Io rimasi a bocca aperta per quello che dovrebbe essere la normalità. Invece l`Italia si ferma a Paestum: l`importatore francese con cui stiamo iniziando a lavorare infatti ha visitato vigna e cantina ad agosto venendo dal Cilento, dove si trovava in vacanza».
Il prossimo 12 aprile L`Acino sarà protagonista di una degustazione aperta al pubblico a Lille, e il 14 a Parigi, per l`appuntamento annuale organizzato con le cantine distribuite dal nuovo importatore ma aperto solo a professionisti, ristoratori e sommelier. «I rapporti con l`estero – spiega Dino – sono solidi e seri, perché c`è una grande professionalità, prima di cominciare a lavorare con noi gli importatori di Australia e Francia ci hanno fatto visita, e lo stesso hanno fatto Kevin McKenna della Louis/Dressner e coloro che dirigono Les caves de Pyrene, il nostro distributore nazionale con casa madre a Londra». La scalata dei vini calabresi continua. (0070)

Eugenio Furia

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