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Lo sputo di Principe e i doveri del Partito democratico

Sandro Principe cambia partiti (tanti), cambia prestanomi politici (tantissimi), cambia correnti (almeno una all’anno), cambia alleanze (ma sempre trasversalmente). L’unica coerenza che gli rimane …

Pubblicato il: 25/01/2014 – 13:01
Lo sputo di Principe e i doveri del Partito democratico

Sandro Principe cambia partiti (tanti), cambia prestanomi politici (tantissimi), cambia correnti (almeno una all’anno), cambia alleanze (ma sempre trasversalmente). L’unica coerenza che gli rimane è data dalla villania e dall’arroganza. Due difettacci che, come tutti i difettacci, aumentano in ragione del passare degli anni ma soprattutto aumentano in ragione della perdita di potere.
Pur avendo presente da tempo questo quadro del personaggio, il gestaccio contro il nostro Antonio Ricchio è riuscito ugualmente a sorprenderci. Evidentemente Sandro Principe è alla frutta, un ex potente che ormai ha perso non solo il controllo sul suo “principato” ma anche su se stesso.
Sistemata la questione “personale”, resta spalancata quella politica: questo Partito democratico calabrese allo sbando che cosa intende fare? Questo Pd in mano a commissari latitanti e subcommissari ignoranti. Questo Pd che inciucia a Palazzo Campanella e si fa cogliere con le mani nel sacco nei peggiori trasversalismi. Questo Pd che nega spazio a chi ha passione e voglia di fare per lasciare la gestione a potentati dai riti tribali. Questo Pd che costringe persone perbene a convivere con il peggio del peggio del peggio. Cosa intende fare?
Certo, se intende restare quello che è, Principe ha tutti i titoli, tutte le referenze e tutto lo “stile” necessario a rappresentarlo come Capogruppo nella massima assemblea elettiva calabrese. Se invece vuole essere altro allora si trovi persone meno appiccicate al potere e meno appiccicose  nella vita politica.
Non ce ne vogliano i Battaglia o i Maiolo, i Naccari o i Canale, gli Oliverio o gli Scalzo, i Laratta o i Magorno. Esponenti politici con i quali non siamo stati indulgenti ma ai quali, insieme ad altri che non elenchiamo solo per comodità di spazio, riconosciamo di muoversi dentro i paletti che una vita democratica impone a tutti, o almeno a quanti mettono al centro dei loro programmi la democrazia, il confronto, la tolleranza e la moderazione. Non ce ne vogliano ma sappiano che per quanto ci riguarda lo sputo di Sandro Principe diventa per noi uno spartiacque.
Antonio Ricchio è rimasto a seguire i lavori del Pd anche dopo l’oltraggio subito dal capogruppo del Pd. Lo ha fatto perché la serietà che si porta dentro, insieme con la pulizia morale che accompagna il suo lavoro giornalistico, gli hanno suggerito di farlo.
Ma qui non c’è un fatto personale. Non facciano questo errore i signori del Pd. C’è molto ma molto di più: c’è il rapporto tra giornalismo INDIPENDENTE e politica. Su questo non facciamo sconti a nessuno. Anzi, se possiamo, riteniamo ancor più grave quanto accaduto perché accaduto in una sede di cosiddetti “democratici”. La gravità, anche politica, del gesto, è dimostrata, del resto, dalla sua unicità: siamo presenti a incontri e conferenze stampa di altre parti politiche e di altre istituzioni che certamente non ci “amano”, ma mai da nessun esponente del centrodestra e in nessuna conferenza stampa istituzionale abbiamo registrato atteggiamenti aggressivi o intimidatori nei nostri confronti. Anche di questo sentiamo il dovere di dare atto. Ed è questo che ci porta a ribadire che non basterà una pacca sulle spalle, una telefonata di rito o un generico «ci dispiace» a sanare tutto.
All’“Onorevole” Principe, infine, un consiglio: se proprio vuole sputare sui mali della Calabria, si sdrai, respiri con regolarità e sputi per aria. (0020)

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