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«Un`ingiustizia che la Bianchi resti alla Camera»

LAMEZIA TERME «Quel seggio è stato ingiustamente attribuito a Dorina Bianchi». Nino Foti, primo dei non eletti della lista del Pdl in Calabria, non usa mezzi in termini e, in conferenza stampa alla…

Pubblicato il: 29/01/2014 – 18:29
«Un`ingiustizia che la Bianchi resti alla Camera»

LAMEZIA TERME «Quel seggio è stato ingiustamente attribuito a Dorina Bianchi». Nino Foti, primo dei non eletti della lista del Pdl in Calabria, non usa mezzi in termini e, in conferenza stampa alla Camera, torna a chiedere a gran voce di riparare a quella lui ritiene «una vera e propria ingiustizia». Assistito dal legale di fiducia, l’amministrativista Oreste Morcavallo, l’ex parlamentare del Pdl (rimasto fedele a Berlusconi e, dunque, transitato nuovamente in Forza Italia) ha presentato davanti ai taccuini l`istanza di riesame presentata alla Corte di Cassazione, ma anche al presidente della Camera Laura Boldrini e alla Giunta per le elezioni Giuseppe D`Ambrosio dopo la decisione dell`organismo che ha giudicato ammissibile l`elezione di Dorina Bianchi (ora Nuovo centrodestra). L`esponente azzurro punta il dito sulle modalità con cui è stata applicata la legge Severino: «Per quanto riguarda la decisione sulla decadenza di Berlusconi, l`asse Pd-M5s ha portato all`esclusione del presidente dal Senato. Dorina Bianchi, invece, è ancora al suo posto nonostante abbia presentato in ritardo il certificato per i requisiti di candidabilità mentre la legge dice che va deve essere accompagnato contestualmente alla presentazione della candidature».

IL FATTO
Il riferimento di Foti è a quanto successo il 22 gennaio dello scorso anno e riguarda un vizio di forma che avrebbe accompagnato la candidatura della Bianchi. Vizio che ha determinato, seppur per poche ore, l’esclusione dalla lista del Pdl. Tutto rientrò anche grazie all’intervento di Alfano, all’epoca segretario del Pdl, che alle agenzie di stampa rilasciò una dichiarazione molto pesante: «Una grave menomazione per il Pdl. Ma siamo fiduciosi che nelle prossime ore la giustizia restituirà al Pdl la propria forza». La Bianchi, a questo punto, chiede all’ufficio circoscrizionale centrale di riesaminare il suo caso e ottiene la revoca della cancellazione. Lei esulta, a rimanere beffato è Foti. Che ora torna a invocare la giusta applicazione delle regole. Lo scontro è giuridico ma anche politico perché, nel frattempo, la Bianchi ha lasciato pure il Cavaliere per seguire Alfano e gli altri filogovernisti di Ncd. Dunque, se il ricorso fosse accolto Forza Italia avrebbe un deputato in più e Nuovo centrodestra scenderebbe a 28 rappresentanti. Non va dimenticato che recentemente alla Bianchi è stato affidato anche il ruolo di vicecapogruppo alla Camera di Ncd.

LA DIFESA DELLA BIANCHI
L’ex centrista è rimasta per tutta la giornata in silenzio. A parlare per lei ci ha pensato il suo legale di fiducia, Alfredo Gualtieri: «È quanto meno riduttivo – prosegue – pertanto, sostenere che «l`ufficio centrale circoscrizionale di Catanzaro fa spallucce e gira la patata bollente alla giunta per le elezioni di Montecitorio», anche perché la decisione giurisdizionale certamente non è soggetta all`esame degli organi de Parlamento». «La verità – continua Gualtieri – è che il decreto legislativo 31 dicembre 2012, numero 235, pur prevedendo la presentazione delle “dichiarazioni sostitutive”, non limita l`accertamento delle condizioni di incandidabilità alle stesse dichiarazioni “di parte”, bensì prevede espressamente che “gli stessi uffici accertano d`ufficio la condizione d`incandidabilità anche sulla base di atti o documenti di cui vengano comunque in possesso comprovanti la condizione di limitazione del diritto di elettorato passivo”. Detta verifica, peraltro, non si esaurisce al momento della presentazione delle candidature, tanto è vero che lo stesso provvedimento legislativo contempla i casi di incandidabilità sopravvenuta o, comunque, “accertata nel corso del mandato elettivo”. E poiché “dai predetti accertamenti è stata acclarata l`insussistenza di cause di incandidabilità per la candidata Bianchi Dorina, come da allegato certificato del casellario giudiziale”, ne ha disposto “l`ammissione in via definitiva”. Questi i “fatti” e gli “atti” che non si prestano a sterili polemiche».

MORCAVALLO NON CI STA
Scontro terminato? Nemmeno per sogno. Questa volta è l’avvocato Morcavallo, legale di Foti, a dare nuovamente fuoco alle polveri: «Una legge, come quella comunemente chiamata “Severino” non può essere applicata a pezzi: con rigidità per la decadenza mentre non viene applicata per i requisiti di candidabilità». E Foti di rimando accusa pure di non essere stato informato della decisione della Giunta per le elezioni: «Lo abbiamo appreso dal sito internet. Né io né i miei legali sono stati avvertiti. La decisione è stata presa in 15 minuti».
E adesso si attendono le prossime decisioni della presidente Boldrini per una vicenda il cui capitolo finale è ancora tutto da scrivere. (0040)

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