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Serra, imprenditore si incatena in municipio

SERRA SAN BRUNO Aveva annunciato, già da quest’estate, che sarebbe passato a forme di protesta più estreme se le istituzioni non avessero mantenuto gli impegni. E così è stato: Mimmo De Paola, tito…

Pubblicato il: 30/01/2014 – 9:20
Serra, imprenditore si incatena in municipio

SERRA SAN BRUNO Aveva annunciato, già da quest’estate, che sarebbe passato a forme di protesta più estreme se le istituzioni non avessero mantenuto gli impegni. E così è stato: Mimmo De Paola, titolare dell’agriturismo “Fondo dei baroni”, stamattina si è incatenato insieme a due dipendenti davanti alla sala giunta del municipio serrese, annunciando anche l`inizio dello sciopero della fame, per chiedere il pagamento dei servizi prestati nell’ambito di “Pitagora mundus”, progetto di scambi culturali che dall’anno scorso ha portato molti ragazzi egiziani a trascorrere lunghi periodi di studio in diverse cittadine della Calabria tra cui, appunto, Serra. Nel 2013 un gruppo di 26 studenti aderenti al progetto – promosso dalla Regione Calabria e da Iscapi  (Istituto Calabrese di politiche internazionali), soggetto attuatore – su richiesta del sindaco serrese, Bruno Rosi, è stato ospitato per 5 mesi nelle strutture del “Fondo dei baroni”. «Dopo l’arrivo dei ragazzi – spiega De Paola – abbiamo più volte chiesto al sindaco la stipula di una convenzione che ci garantisse il pagamento dei servizi prestati. Tale convenzione non è mai stata stipulata a causa dei continui dinieghi e rinvii dell’amministrazione comunale. Quando ormai avevamo deciso di sospendere i servizi prestati agli ospiti, Iscapi ha deciso, autonomamente e liberamente, di sostituirsi al Comune di Serra San Bruno assumendo direttamente l’onere del pagamento dei servizi ed ha sottoscritto con noi un contratto». Nonostante i numerosi incontri, anche alla presenza dei delegati del prefetto di Vibo Valentia, e nonostante gli impegni sottoscritti ufficialmente, Iscapi e amministrazione comunale non solo non hanno onorato i debiti nei confronti dell’agriturismo, «ma hanno dato vita al classico gioco delle “tre carte”, ovvero del rimbalzo delle responsabilità». Il risultato dell’ospitalità e del lavoro del “Fondo dei baroni” – una realtà ricettiva solida, basata da anni sull’etica e sul rispetto dell’ambiente – è che su oltre 4mila servizi di pernottamento erogati solo 1000 sono stati pagati, esponendo così l’azienda a un sovraindebitamento drammatico che potrebbe portare anche al licenziamento dei dipendenti.

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