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ARSENALE | Scopelliti un po` rassicura e un po` fa confusione

REGGIO CALABRIA «Purché non arrivi un attacco di aerei o di missili». Scopelliti gesticola, rotea le mani, usa il sarcasmo per ribadire che l’operazione di trasbordo delle armi siriane al porto di …

Pubblicato il: 31/01/2014 – 20:10
ARSENALE | Scopelliti un po` rassicura e un po` fa confusione

REGGIO CALABRIA «Purché non arrivi un attacco di aerei o di missili». Scopelliti gesticola, rotea le mani, usa il sarcasmo per ribadire che l’operazione di trasbordo delle armi siriane al porto di Gioia avverrà in tutta sicurezza, senza alcun rischio. Così, almeno, gli hanno assicurato a Palazzo Chigi. Il governatore espone in consiglio regionale i punti salienti di quell’incontro con il premier Letta e i ministri Orlando e Lupi. «Ci è stato chiarito nettamente che la vicenda è normale routine: sia nel 2012 sia nel 2013 a Gioia ci sono state operazioni analoghe con merci pericolose appartenenti alla classe 6.1». La stessa alla quale appartiene l’arsenale di Assad.
«Il Porto – ha aggiunto Scopelliti – è stato scelto perché tra quelli italiani è il più sicuro. Lo stesso terminalista (Mct, ndr) ha ribadito che è un percorso naturale». Il presidente un po’ rassicura, un po’ spiega, un po’ fa confusione. Dice che «l’operazione avverrà da “nave a nave” attraverso di appoggi rotabili che porteranno immediatamente i contenitori nella nave americana». Che «non c’è stoccaggio». Che tutto si svolgerà in un raggio d’azione di 600-700 metri «all’interno dell’area di pertinenza del terminalista». Poi chiarisce che «ci è stato confermato che i lavori sulla banchina dureranno dalle 12 alle 20 ore».
Ma, al di là delle questioni tecniche, a detta di Scopelliti il vertice romano non è stato tutto baci e abbracci. «Nel mio intervento ho detto a Letta che i governi non hanno mai guardato con attenzione al porto di Gioia». La Regione ha quindi avanzato diverse proposte, tra cui quella di affiancare l’Arpacal (l’Agenzia calabrese per la protezione dell’Ambiente) alle operazioni condotte dall’Ispra. Ma la richiesta principale è stata la Zona economica speciale (Zes). L’unica riforma che – secondo il governatore – potrebbe davvero cambiare il volto della Piana e dell’intera Calabria. Di più: è «la partita della vita». Qualsiasi altro finanziamento «non ha alcun valore rispetto all’idea di puntare in alto. Ad oggi ci sono 2-300 imprese che vogliono investire nel Mediterraneo. Con questa scelta, Gioia potrebbe essere il porto più appetibile in assoluto. Siamo stati i primi d’Italia a richiederla e la sua istituzione significherebbe avere un territorio dove non si pagano Tares, Imu e oneri contributivi legati al lavoro. Sono questi gli interventi che cambiano il destino di una comunità».
Prova anche a levarsi qualche sassolino dalla scarpa, Scopelliti: «Molti hanno parlato di “baratto”. E quando Silvestris ha presentato l’idea di portare la nave Concordia a Gioia? Noi in giunta abbiamo detto sì. Ma quelli che ieri ci hanno insultato, cosa diranno ai cittadini?». Il governatore si rivolge anche ai consiglieri di Forza Italia, che nei giorni scorsi hanno rilanciato la proposta dell’europarlamentare: «È un piacere vedere che le posizioni si sono ammorbidite. L’importante è che tutti ragioniamo per portare vantaggi al territorio». Il caso di Gioia, per il presidente della Regione, presenta delle analogie con la questione rifiuti: in entrambi i casi ci sarebbe la tendenza «a spararla grossa», ma così «non faremo nulla». Anche «una provincia come Cosenza, che non ha mai avuto impianti, deve cominciare ad averli. Non è possibile che due milioni di calabresi siano sommersi dalla spazzatura perché qualcuno ha detto di no al trasbordo di qualche ecoballa. Noi abbiamo l’obbligo di fare. Poi nel tempo qualcuno capirà che la Calabria è cambiata perché sono cambiati certi meccanismi».
Ma l’informativa presentata in aula prevede anche un excursus tutto personale, con il quale il governatore prova a negare l’indiscrezione pubblicata dal Corriere della Calabria secondo la quale lui sapeva dell’operazione di trasbordo fin dal 9 gennaio. «Il governo ha smentito quanto scritto da qualche testata. C’è stata una carenza di informazione che ha generato confusione. Quando ho detto che si corre il rischio di una guerra civile mi riferivo al fatto che se non c’è informazione, queste vicende creano fermento nei territori». Infine, anche una stoccata verso i banchi del Pd, che per l’occasione sono vuoti (ad eccezione dei consiglieri Guccione e Adamo): «Anch’io potrei dire che il premier Letta è del Pd e non ha dato avvisi sull’operazione, ma non lo faccio».
Finita la relazione, Giuseppe Giordano (Idv) prende la parola. E mette in fila tutti i nodi irrisolti che riguarderebbero Gioia. Dalla riorganizzazione dell’Autorità portuale – che potrebbe segnare un ridimensionamento dell’infrastruttura calabrese –, alle gravi carenze del sistema logistico. Quelli di Scopelliti, a parere del consigliere reggino, sono solo «spot». Ma il governatore non lo sente. È già andato via da un pezzo. (0050)

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