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IN EDICOLA | Le pedine sulla scacchiera della sanità

La sanità è una scacchiera troppo affollata di pedine. E alla politica non resta che sacrificarne qualcuna. In una circostanza, quello della nomina di Rosanna Squillacioti all`Asp di Reggio Calabri…

Pubblicato il: 01/02/2014 – 11:27
IN EDICOLA | Le pedine sulla scacchiera della sanità

La sanità è una scacchiera troppo affollata di pedine. E alla politica non resta che sacrificarne qualcuna. In una circostanza, quello della nomina di Rosanna Squillacioti all`Asp di Reggio Calabria, il sacrificio è toccato alla memoria. Nell`ultimo anno sono tantissimi gli atti che è stato necessario dimenticare per garantire la poltrona alla burocrate, le cui dimissioni sono state ratificate solo qualche giorno fa (erano state presentate il 15 dicembre 2013). Per rimetterla in sella, il consiglio regionale ha dovuto approvare una legge in cui fingeva di accorpare le azienda sanitarie di Reggio Calabria e Locri, rinnovando un atto già compiuto qualche anno prima. E ribadito in molti documenti ufficiali firmati dal governatore (e commissario per il Piano di rientro) in persona. A dare il via libera al riaccorpamento ci ha pensato un emendamento di Nazzareno Salerno, presidente della commissione Sanità. Peccato che lo stesso Salerno avesse discusso, nel corso di due audizioni, con la Squillacioti delle faccende dell`As di Locri: proprio come se l`Azienda fosse già stata accorpata. In questa storia di dimenticanze c`è soltanto una cosa che tutti sembrano ricordare perfettamente: sulla poltrona di Palazzo Tibi non deve arrivare Renato Carullo, il manager spodestato dallo spoils system a cui la giustizia amministrativa aveva restituito la guida dell`Asp.
A proposito di pedine, nel caso della Fondazione Campanella la maggioranza rischia di doverne immolare una che può provocare un`emorragia di consensi: le promesse. Potrebbero venire meno, dunque ci si affida a un tavolo romano che tagli senza conseguenze sulla classe dirigente: buona fortuna. Auguri anche alla giunta regionale, chiamata a ridisegnare la mappa dei manager sanitari calabresi. Pescherà tra le eccellenze? No, salverà i soliti noti. Tra questi c`è un fedelissimo del governatore, Paolo Gangemi: il dg dell`Azienda ospedaliera di Cosenza è in una posizione scomoda. Prima il caso del sangue infetto, poi le inchieste giudiziarie per una serie di incarichi affidati a professionisti esterni di Reggio Calabria, la stessa città dove risiedono il direttore generale e il governatore, e infine la rivolta dei medici per la carenza di personale e attrezzature. Un quadro non proprio felice, insomma. Tanto da convincere Scopelliti (anche su “suggerimento” dei suoi più accaniti sostenitori) a prospettare per Gangemi non un defenestramento ma il trasferimento in un`altra sede. Magari all`Asp di Vibo Valentia in qualità di commissario. (0020)

La storia di copertina “Pesci in barile”, con i servizi sulla sanità di Gaetano Mazzuca, Pablo Petrasso e Antonio Ricchio, è sul numero 136 del Corriere della Calabria, in edicola fino al 6 febbraio.

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