Ultimo aggiornamento alle 23:04
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 4 minuti
Cambia colore:
 

Il Pd e il sogno di Canale: rifondare il partito

COSENZA Cambiare tutto, strappare il Pd a quello che sembra essere il suo destino romanocentrico, assumere qui le decisioni per la Calabria, partendo dagli amministratori, dai militanti, dai cittad…

Pubblicato il: 04/02/2014 – 21:29
Il Pd e il sogno di Canale: rifondare il partito

COSENZA Cambiare tutto, strappare il Pd a quello che sembra essere il suo destino romanocentrico, assumere qui le decisioni per la Calabria, partendo dagli amministratori, dai militanti, dai cittadini, allargando il più possibile, con il coinvolgimento, il consenso attorno al partito. Massimo Canale, uno dei quattro candidati alla guida del Pd regionale snocciola un programma tutto fondato su un mutamento che si potrebbe definire radicale, dopo i molti anni di commissariamento che hanno costretto il partito nell’immobilismo e nelle faide interne. Cosenza lo accoglie con l’entusiasmo di un`affollata platea – tra cui il presidente della Provincia Oliverio e i consiglieri regionali Guccione e Adamo – e con le domande dei giornalisti Filippo Veltri e Attilio Sabato. Appena reduce da Nardodipace, paese dove il sindaco è stato definito ineleggibile e dove i consiglieri del Pd disertano l’aula del consiglio per protesta, Canale arriva a Cosenza e subito annuncia di sognare un partito che sceglie e fa politica e solo dopo si rivolge ai vertici romani. Un mutamento di rotta, perché fin qui è chiaro che i vertici calabresi hanno sempre guardato a quelli nazionali per costituire le correnti. E subito nelle domande degli interlocutori sul palco emerge il senso del rinnovamento, che in teoria dovrebbe essere appannaggio del suo maggiore competitor, il renziano doc Magorno. Canale pacatamente spiega che il nuovo non è una maglietta da indossare, piuttosto sta nell’adozione di un metodo diverso e davvero innovativo per il Pd della Calabria. Una pratica che veda coinvolta la base e una candidatura, la sua, che non ha origini verticistiche, ma legate alla mobilitazione di militanti che lo hanno persuaso a puntare alla guida del partito.
Il “nuovo” Magorno invece – attacca Canale – continua a usare metodi vecchi e a essere espressione di scelte maturate lontano da qui. Non basta, perché con risolutezza e calma, Massimo Canale si chiede come possa lo stesso Magorno «fare bene il parlamentare, il sindaco del suo paese e anche il segretario regionale del partito», ancor di più in una situazione in cui il Pd deve essere interamente rifondato, si devono sanare lacerazioni, ma soprattutto preparare bene le truppe per i prossimi appuntamenti elettorali, presentandosi come una «credibile alternativa allo scopellitismo». Il metodo che Canale considera il più efficace è quello delle Primarie, che in previsione delle elezioni regionali dovranno essere di coalizione, «ma in cui il Pd dovrà svolgere un ruolo di fondamentale protagonista».
Massimo Canale è consapevole che qualora assumesse il ruolo di segretario del partito, non si troverebbe solo a dover riedificare un partito in macerie, ma anche a costruire una leadership in grado di guidare la Regione. Su questo tema il candidato reggino è però particolarmente allenato, avendo rappresentato nella città dello Stretto l’opposizione più fiera al metodo della destra, costituito da «pratiche clientelari che Scopelliti ha usato prima a Reggio e poi alla Regione». Per vincere dunque occorre mutare pelle, fare primarie credibili, allargare lo schieramento di centrosinistra, rinnegare con la più forte decisione ogni tentazione di inciuci, farsi credibile alternativa «a chi fin qui ha sfruttato il bisogno».
Quando scende nel dettaglio, Canale non può che evocare la sua esperienza a Reggio e quella di Scalzo a Catanzaro come buone pratiche di politica dal basso e come esempi da cui attingere per una ripartenza del partito. L’orizzontalità delle scelte e il coinvolgimento diffuso della società civile come strumento per diventare punto di riferimento nella regione. Dopo otto anni di commissariamento semplicemente il partito in Calabria non c’è. Canale si candida a ridare fiato a un Pd soffocato dalle guerre delle tessere, dalle scelte al ribasso e con lo sguardo strabico perché troppo speso rivolto a Roma e poco alle cose di qui. Aggiungendo la promessa che se gli sarà concesso di guidare il partito non sarà candidato ad altre cariche, «perché il Pd ha bisogno di qualcuno che faccia il segretario». (0050)

Argomenti
Categorie collegate

Corriere della Calabria - Notizie calabresi
Corriere delle Calabria è una testata giornalistica di News&Com S.r.l ©2012-. Tutti i diritti riservati.
P.IVA. 03199620794, Via del Mare, 65/3 S.Eufemia, Lamezia Terme (CZ)
Iscrizione tribunale di Lamezia Terme 5/2011 - Direttore responsabile Paola Militano
Effettua una ricerca sul Corriere delle Calabria
Design: cfweb

x

x