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I Gentile mettono il cappello sull`evento Ncd

COSENZA La Cosenza di centrodestra, quella che una volta riempiva le piazze per Berlusconi oggi affolla i teatri per Alfano, il pupillo che ha lasciato la casa paterna con scandalo e si è messo in …

Pubblicato il: 08/02/2014 – 22:04
I Gentile mettono il cappello sull`evento Ncd

COSENZA La Cosenza di centrodestra, quella che una volta riempiva le piazze per Berlusconi oggi affolla i teatri per Alfano, il pupillo che ha lasciato la casa paterna con scandalo e si è messo in proprio. Il Rendano infatti ha visto il pienone di folla ed entusiasmo e chi adesso sventola le bandiere del Nuovo centro destra, ieri agitava quelle del Pdl e prima ancora di Forza Italia.  La visita contemporanea di Alfano, Schifani, Quagliariello e Scopelliti a Cosenza e il successo di folla che li ha accolti sono i segnali che i fratelli Gentile mandano al vertice dell’ancor giovanissimo partito uscito dalla costola berlusconiana ma pure al popolo di loro elettori. C`è addirittura chi parla di 3mila presenze (non specificando se i manifestanti in piazza siano inclusi) e comunque giova dire che il Rendano non fa più di 800 posti.
Il messaggio è: qui il consenso lo rappresentiamo noi. Non a caso Tonino Gentile parla di “Cosenza come roccaforte della destra” e “di leader radicati nel territorio”, mostrando compiacimento per la propria capacità di mobilitazione e di trascinamento. Lo stesso senatore cosentino si preoccupa di spiegare le ragioni di una scelta difficile e sofferta, quella di lasciare Berlusconi, con la motivazione di non lasciare il Paese nel caos. E non uno dei presenti rinuncia alla  recita del mantra della scelta dolorosa ma utile per salvare il governo e non affondare. Lo fa Quagliariello e con uguale insistenza Schifani, ma l’ex presidente del Senato si spinge sorprendentemente avanti, presentando Angelino Alfano come “il nostro candidato a premier”. Una promozione sul campo che significa candidatura antagonista a quella che, certamente diversa, verrà quando sarà tempo da Forza Italia. Del resto le bordate, per certi versi ancora sorprendenti, sparate all’indirizzo del loro ormai ex leader sono state diverse. Per esempio quando sia Schifani che Quagliariello hanno ricordato che l’ultima affermazione di Berlusconi, che indica nei nominati il male della politica, fa ridere essendo lui il dominus dei nominati e essendo ancora schierato contro le preferenze nella stesura della nuova legge elettorale.
Ma non basta, perché secondo Schifani per fare politica “non serve essere belli, simpatici,  fare battute ed essere ignoranti”. Una frase da interpretare, perché il destinatario potrebbe essere Renzi (o il M5S), ma risulterebbe buona pure contro una certa pratica assai diffusa nel centrodestra berlusconiano e no (la mente potrebbe andare alle recenti uscite proprio del governatore sui gay in politica). Ma se qualcuno si fosse distratto ci pensa Scopelliti a riportare la platea alla realtà, quella che dice che presto, tra un anno circa, si vota per la Regione e ancor prima per le Europee, per le quali il capolista sarà Giampaolo Chiappetta.  E il presidente della Calabria è già in campagna elettorale, lo si comprende dai toni tribunizi, da come modula la voce ostentando commozione quando rivendica di essere di destra, ma soprattutto quando parla della Sanità regionale che il suo governo ha salvato, dei disoccupati per i quali la Regione ha trovato lavoro, delle Ferrovie della Calabria sottratte alla chiusura. Una lunga lista di successi di quelli che si tirano fuori solo quando si intravede lo scadere di una esperienza di governo. A chiudere la serata sono state le parole di Alfano, che spogliatosi dell’abito governativo ha vestito quello di capo partito, impegnato, tra l’altro, per strappare alla coppia Renzi – Berlusconi una legge elettorale più confacente alla sua nuova creatura. Anche a lui è parso necessario spiegare perché ha mollato Berlusconi, per poi ricordarsi di essere in Calabria e raccontare di essersi incontrato con i magistrati e i vertici delle forze dell’Ordine. E toccando le corde ben esercitate della destra ha gridato che “non è possibile che ci siano tanti zingari affollati sulle sponde del fiume, non censiti, in baracche di legno ma con l’antenna parabolica”. Un tema utile in campagna elettorale, ma forse pure una gomitata nel fianco al sindaco Occhiuto che quella situazione deve governare. E poiché siamo in Calabria e Alfano oltre a guidare il Ncd è anche ministro degli Interni, ecco il giuramento circa la cattura degli assassini del povero Cocò. Il popolo del centro destra esulta, esattamente come esultava per Silvio e lascia il teatro cittadino, mentre i leader vanno a cena all’Arenella. (0070)

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