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Quel dialogo tra `ndranghetisti sui rifiuti tossici

LAMEZIA TERME C`è anche un`intercettazione in cui due `ndranghetisti di peso parlano dell’inquinamento da rifiuti tossici in Calabria, in particolare in Aspromonte nel lungo servizio della trasmiss…

Pubblicato il: 10/02/2014 – 22:32
Quel dialogo tra `ndranghetisti sui rifiuti tossici

LAMEZIA TERME C`è anche un`intercettazione in cui due `ndranghetisti di peso parlano dell’inquinamento da rifiuti tossici in Calabria, in particolare in Aspromonte nel lungo servizio della trasmissione “Presa Diretta” andata in onda questa sera su Rai3.
Il dialogo è stato intercettato dagli investigatori nell`aprile del 2008, nell`ambito dell`operazione “Saggezza”, coordinata dalla Dda di Reggio Calabria, che ha portato all`arresto di 39 esponenti di spicco dei clan della Locride e dei dintorni. La conversazione è contenuta tra le oltre duemila pagine dell`inchiesta.
A parlare sono Vincenzo Melia ed il suo consigliere Nicola Romano. Romano la sera precedente ha ricevuto la visita di una altro elemento dell`organizzazione, Nicola Nesci, preoccupato dalle notizie sulla possibile presenza di una fonte radioattiva nella zona. Romano, nel riportare il dialogo a Melia, ricostruisce la storia dei rifiuti tossici interrati in Aspromonte e nella piana di Gioia Tauro negli anni `70, con tanto di nomi, date e località.

LO STRALCIO DELL`INTERCETTAZIONE Eccone uno stralcio:
«…stanno scoppiando, questi inquinano falde d`acqua, è pericoloso il discorso. Vi siete fatti i sequestri… siete nella droga… ma queste cose qua… guardate che non sono perdonabili per nessuno! Perchè qua è una distruzione di paesi, di famiglie… tutti con la leucemia… leucemia… ragazzini di 6 anni, 7 anni…si beve a casa, abbeverate l`orto, si beve l`acqua, ci mangiamo la carne!
Oggi per gli abusi che hanno fatto… dovrebbero solo mettersi una corda al collo! A Gioia Tauro dicono che sotto ogni albero d`ulivo c`e` un bidone!».

IL CASO DI AFRICO Durante la puntata della trasmissione condotta da Riccardo Iacona (si è parlato anche della misteriosa morte – avvenuta nel 1995 – del capitano Natale De Grazia che indagava sulle navi cariche di rifiuti tossici affondate nei mari calabresi) è stato pure affrontato il caso di Africo (regno di Giuseppe Morabito, detto “u Tiradrittu”), paese della Locride dove si registra un alto tasso di mortalità per tumori. In via Matteotti, che dalla provinciale si allunga sino alla caserma dei carabinieri, oggi vivono 50 persone, 20 famiglie in altrettanti complessi edilizi. E negli ultimi tre anni 33 vite, in questa via, sono state spezzate dal cancro. Africo è un comune della Locride di 2.850 abitanti dove negli ultimi quindici anni sono morte per tumore 180 persone. A questo proposito è significativa l’audizione del direttore dell’Aisi Giorgio Piccirillo sentito a luglio del 2011 dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti. Il tema dell’audizione erano due distinte note dei servizi segreti che riferivano «l’interesse di Giuseppe Morabito, ”U Tiradritto” che, in cambio di una partita di armi, diede l’autorizzazione a far scaricare nella zona di Africo un quantitativo di scorie tossiche, presumibilmente radioattive». (0030)

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