LAMEZIA TERME Che qualcosa non funzioni nella sanità calabrese lo si può intuire dal prezzo degli scopini. Ebbene, al Riuniti di Reggio forse questi particolari accessori da bagno sono placcati in oro, visti certi prezzi. Neanche fossero oggetti di design. Nell`azienda ospedaliera reggina può succedere questo e altro. Ad esempio che una ditta chieda di continuare i lavori nei reparti nonostante li abbia ufficialmente consegnati. È la storia di un appalto misterioso, dietro cui si nascondono spese esorbitanti e apparentemente immotivate. All`Asp di Cosenza di esorbitante c`è invece il cachet di un noto avvocato, legale “di fiducia” del direttore generale Scarpelli e in intimi rapporti anche con il sottosegretario alle Infrastrutture Tonino Gentile. Sarebbe lui l`uomo chiave di un sistema in cui a orientare le scelta della sanità è sempre la politica, che caldeggia l`uso spropositato di onerose consulenze esterne nonostante gli stop imposti dagli organi di controllo.
Di Asp in Asp si arriva in quella di Reggio. Qui il neocommissario scelto dal governatore Scopelliti continua a dirigere un Centro sanitario privato sfidando il suo potenziale conflitto d`interessi. Ed è sempre il numero uno dell`Asp 5 a innescare un`offensiva mediatica che avrebbe anche potuto incidere sulle sorti di un processo penale. In cui, guarda caso, l`imputato principale è il governatore (nonché commissario ad acta alla Sanità).
(I servizi di copertina, firmati da Alessia Candito, Pablo Petrasso e Pietro Bellantoni, sono sul numero 140 del Corriere della Calabria, in edicola questa settimana)
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