Le speranze di rinnovamento e di apertura che i tanti militanti ed elettori avevano riposto nell’elezione del nuovo segretario regionale del Pd, si sono integralmente infrante domenica scorsa a Lamezia, dove, sui binari uno sterile tecnicismo, si è impedita ogni minima riflessione sul nostro cammino e quindi, sulla nostra identità. E l’urna ha ripagato tale chiusura con un risultato striminzito, con alcuni aspetti beffardi, e altri inestricabili, con il palesamento, tra l’altro di una coalizione a sostegno del segretario di rara eterogeneità. Una vera e propria maionese impazzita, cui era stata – inutilmente purtroppo – prospettata una più inclusiva architettura del nuovo Pd. E pensare che, dopo tanti anni, di cose da dire ne avremmo avute più d’una!
Riconosciamo al neosegretario di averci provato da subito, a tracciare un percorso, ma il risultato di questo pasticcio politico-elettorale si è reso immediatamente concreto durante la prima riunione del gruppo consiliare regionale, in cui tra il consigliere burlone di turno e mille polemiche, è stata ridicolizzata e spedita al mittente la richiesta di Magorno di dimissioni immediate dei nostri consiglieri. Né può trovarci solidali la proposta di indire un referendum popolare per mandare a casa Scopelliti e la premiata ditta con cui governa: riteniamo sia una proposta debole in sé e che indebolisce ulteriormente la politica, costretta a cedere ancor di più sovranità e funzione. Se la partenza è stata dubbia, il cammino intrapreso appare a fari spenti.
Così come non si può non rimanere perplessi sulla totale impermeabilità alle proposte politiche contenute nel documento politico che Massimo Canale, che qui ringraziamo per la sua grande linearità e il senso dell’appartenenza, per la sua solidità e la trasparenza, ha consegnato a Lamezia.
I punti cardine su cui “Tutta un’altra storia” chiedeva di imbastire un ragionamento e ripartire, erano fondamentalmente due: la volontà, tradotta in concreti atti politici, di mandare a casa il centrodestra di casa nostra e, anche in tal senso, la fissazione di una data adeguata per le primarie per il candidato che potesse dare respiro, spazio temporale e possibilità di espansione al nostro portacolori. Sul primo punto si nicchia, sul secondo, incredibilmente, si reagisce quasi come per “lesa maestà”! Non ci augureremmo di trovarci accanto al chi, pur indicandogli la luna, guarda solo il dito…
Confidiamo nel neopresidente del Pd Peppino Vallone, a cui chiediamo di svolgere fin da subito e senza indugi, e con l’autorevolezza che gli è propria, questo ruolo di garanzia, contribuendo a rispristinare gli spazi di agibilità politica connaturati all’essenza stessa del Pd e al diritto della metà esatta del partito.
L’area che ha sostenuto Canale a Crotone, riconosce positivamente la gestione della segreteria provinciale del Pd, di cui è parte fondante, leale e coerente, e che contribuirà a rafforzare con una dialettica analitica serrata, costruttiva e consequenziale. Stigmatizza infine la suggestione secondo la quale qualcuno vedrebbe il Partito democratico di Crotone come una sorta di porta girevole, facendo accordi di pura schizofrenia politica a centinaia di chilometri di distanza con l’unico intento di minare un percorso già avviato e che gli riconosce un ruolo di essenziale marginalità.
Convinti come siamo che un partito complesso come il nostro si può governare solo con il confronto e il dibattito vero e scevro di ogni strumentalità o pregiudizio, confermiamo il nostro rinnovato e deciso impegno per l’affermazione dei principi da tutti condivisi e che rappresentano le radici del Partito democratico e della democrazia.
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