ROMA «L’articolo 7 della legge 10 del 2013 tutela gli alberi monumentali, che non si possono tagliare. Con la collega Nesci eravamo già intervenuti, ieri, sulla notizia del possibile taglio dell’abete gigante nel bosco dell’“Archiforo”, per risanare le casse del comune di Serra San Bruno (Vibo Valentia), nel cui territorio ricade la pianta, forse la più maestosa d’Europa con i suoi 55 metri. Oggi, invece, annunciamo l’avvenuta presentazione di un atto ufficiale in proposito». Lo dice il deputato M5S Paolo Parentela, primo firmatario dell’interrogazione parlamentare per difendere l’abete dell’“Archiforo”, sottoscritto anche dai deputati 5stelle Dalila Nesci, Federica Dieni, Silvia Benedetti, Massimiliano Bernini, Chiara Gagnarli, Filippo Gallinella, Giuseppe L’Abbate e Loredana Lupo.
«Abbiamo pensato – prosegue il deputato – che a scanso di equivoci fosse indispensabile sollevare il caso in ambito parlamentare, poiché viviamo in una continua incertezza, sia in Calabria che nel resto dell’Italia». «Troppe volte – spiega ancora Parentela – abbiamo assistito alla violazione palese di leggi dello Stato, anche al di là della nostra immaginazione. Perciò, siamo stati tempestivi, richiamando il ministro delle Politiche agricole e forestali, Maurizio Martina, alle sue responsabilità».
Per i parlamentari 5stelle, dunque, «la Calabria ha già pagato un prezzo altissimo all’ignoranza e alla speculazione del passato. La politica – concludono Parentela, Nesci e Dieni – ha ucciso la memoria storica e i capolavori della natura, cementificando e barattando sporchi ricavi. Non permetteremo a nessuno di proseguire nello scempio e nella distruzione, la Calabria è la nostra terra».
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