Migranti, per il ministero Africo è più accogliente di Riace

RIACE Non è solo crimine, ma la `ndrangheta è la prima cosa che viene in mente quando si parla di Africo. Una semplificazione tristemente invalsa, anche se parziale. Riace è il riferimento geografico dei Bronzi, oltre che la culla di un modello di integrazione e accoglienza. Il piccolo centro della Locride è diventato negli anni una seconda patria per migliaia di rifugiati in arrivo dai luoghi più sciagurati dell`Africa e del Medio Oriente. Intanto il mainstream condiviso configura ancora Africo come il regno del “Tiradritto”, il superboss Giuseppe Morabito. Riace ha aderito al primo Programma nazionale di asilo nel 2001, Africo è entrata nella rete Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) da poco. Eppure nella nuova graduatoria dei Comuni che aderiscono alla rete nazionale è in una posizione più alta rispetto a Riace. Un paradosso in piena regola, difficile da digerire per uno come Mimmo Lucano, il sindaco che ha fatto dell`accoglienza la cifra principale del suo mandato politico.

IL NUOVO BANDO
L`ampliamento del sistema Sprar ha determinato l`incremento dei posti disponibili, passati da 3mila a circa 20mila, grazie a un bando al quale sono state ammesse circa 400 domande in tutta Italia. Ma a Riace non stanno arrivando più migranti. Anzi, quelli che ci sono stanno andando via. I rifugiati che nelle ultime settimane sono stati costretti a trasferirsi verso le nuove destinazioni sono circa 200. E oggi nelle case messe a disposizione dal Comune ne restano solo un centinaio. Un numero destinato a ridursi ancora. La Commissione di valutazione del ministero ha infatti assegnato a Riace (Comune al di sotto dei 5mila abitanti) soltanto 15 posti. Africo sta più su, malgrado non abbia mai avviato prima d`ora politiche d`accoglienza. «È tutto molto strano», commenta Lucano, «Africo partecipa per la prima volta al bando, mentre noi abbiamo una lunga storia. Siamo stati tra i primi 70 Comuni italiani ad aderire al Pna (Programma nazionale di asilo, ndr) del 2001».

LA MISSIONE TRADITA
Il sindaco ha sempre considerato le politiche d`accoglienza come una specie di missione. Ex di Lotta continua e Autonomia operaia, Lucano mostra subito particolare interesse nei confronti della questione curda e della vicenda del leader del Pkk, Abdullah Ocalan. Al punto da presentare una lista di curdi alle amministrative di Riace. Lucano è consigliere di minoranza quando inizia a occuparsi attivamente dei problemi dei rifugiati. «All`epoca – spiega – nessuno voleva avere a che fare con gli extracomunitari. Io facevo parte dell`associazione “Città futura”, che gestiva questi primi programma di accoglienza». Nel 2008, quando esplode l`emergenza migranti a Lampedusa, il ministero dell`Interno non sa che pesci pigliare. E Riace offre la sua disponibilità illimitata di posti. «Ne ospitammo 200, Milano solo 20», ricorda Lucano.
Il nuovo riordino dello Sprar rischia di cancellare un sistema che molte altre realtà vorrebbero imitare. «Di recente sono stato invitato in Val di Susa, dove gli altri sindaci hanno espressamente parlato di “modello Riace”». Merito di una formula che prevede l`integrazione dello straniero e il suo inserimento nel tessuto economico e produttivo locale. Non è poco per un paese che negli anni scorsi era vicino allo spopolamento. I migranti hanno portato vita e anche una boccata di ossigeno per la stagnante economia della zona. «Qui ognuno ha una sua casa propria e un rapporto diretto con la comunità locale», dice il sindaco, profondamente rattristato per la posizione che il ministero ha riservato alla sua Riace. «Tutto questo lavoro, e poi la commissione mette Africo…». (0040)