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Omicidio Pelaia, in manette i fratelli Biagio e Marcello Giacobbe

REGGIO CALABRIA Dopo Giovanni Polimeni, arrestato nel luglio scorso quale esecutore materiale dell’omicidio di Arcangelo Pelaia, la Procura di Palmi ha stretto le manette ai polsi ai fratelli Biagi…

Pubblicato il: 18/03/2014 – 11:05
Omicidio Pelaia, in manette i fratelli Biagio e Marcello Giacobbe

REGGIO CALABRIA Dopo Giovanni Polimeni, arrestato nel luglio scorso quale esecutore materiale dell’omicidio di Arcangelo Pelaia, la Procura di Palmi ha stretto le manette ai polsi ai fratelli Biagio e Marcello Giacobbe, rispettivamente di 40 e 37 anni, ritenuti dai pm gli ideatori, registi, mandanti ed agevolatori del fatto di sangue.
Un delitto quasi da far west, avvenuto in un caldo pomeriggio d’estate, di fronte al Municipio cittadino, mentre sul vicino corso sciamavano centinaia di passanti, impegnati nella consueta “vasca” del sabato. Un pomeriggio spezzato da quei nove precisi, netti, colpi di pistola che nessuno ha potuto far finta di non sentire e che – hanno affermato gli inquirenti – è stato Giovanni Polimeni, autotrasportatore di Reggio, ad aver sparato, su ordine e mandato della famiglia Giacobbe di Gioia Tauro. Un’individuazione rapida, giunta a poco più di un mese dal delitto, ma frutto di indagini serrate e complesse che attraverso l’analisi delle videoriprese delle numerose telecamere di sorveglianza del centro cittadino, hanno permesso ai carabinieri di ricostruire la dinamica esatta del delitto e di individuare il killer di Pelaia.
Analizzando i filmati, gli investigatori hanno visto infatti l’auto a bordo della quale Polimeni viaggiava con un complice – una Fiat Panda rubata, le cui targhe erano state manomesse, e che dopo il delitto è stata abbandonata in periferia e bruciata – speronare quella di Pelaia. Un attimo – cristallizzato in un fotogramma preciso – poi da quella Panda sono partiti i nove colpi di pistola che hanno freddato Pelaia. Un’azione – aveva commentato all’epoca dell’arresto di Polimeni il procuratore di Palmi Giuseppe Creazzo – condotta con stile militare e a cui avrebbero partecipato almeno altre cinque o sei persone, a bordo di tre auto. E se l’uomo alla giuda della Panda che ha permesso a Polimeni di fuggire, come i suoi complici, sono ancora in via di identificazione, fondamentali per individuare il killer sono state anche le testimonianze di amici e parenti della vittima, che hanno permesso al procuratore capo di Palmi, Giuseppe Creazzo e al sostituto Enzo Bucarelli di scoprire anche il movente che ha armato la mano di Polimeni. Arcangelo Pelaia doveva essere ucciso per vendicare la morte dei cugini Leonardo e Saverio Giacobbe, uccisi il primo luglio 2005 sul lungomare di Gioia Tauro dal fratello della vittima, Giuseppe, che per questo delitto è attualmente detenuto nel carcere di Saluzzo. A corroborare la tesi degli inquirenti, anche il giorno scelto per l’omicidio, il 29 giugno, non a caso – sottolineano – prossimo all’ottavo anniversario dell’omicidio dei cugini Giacobbe. Ma per i pm, la morte di Pelaia sarebbe stata anche un regalo o un messaggio per il padre di uno dei due ragazzi, Pietro Giacobbe, il cui onomastico cade proprio il 29 giugno. (0070)

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