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Serra, sospesa l’asta per la vendita di 2600 alberi

Alla fine il Comune di Serra, dopo il clamore che aveva suscitato la notizia, ha sospeso l’asta fissata per il prossimo 25 marzo con cui aveva messo in vendita 2600 alberi destinati al taglio. Le p…

Pubblicato il: 18/03/2014 – 19:27
Serra, sospesa l’asta per la vendita di 2600 alberi

Alla fine il Comune di Serra, dopo il clamore che aveva suscitato la notizia, ha sospeso l’asta fissata per il prossimo 25 marzo con cui aveva messo in vendita 2600 alberi destinati al taglio. Le proteste delle associazioni ambientaliste e gli appelli arrivati da tutta Italia per salvaguardare i boschi serresi, in cui ci sono abeti bianchi monumentali tra i più grandi d’Europa, hanno dunque per il momento sortito l’effetto sperato, in particolare dal Wwf.
Gli stessi responsabili dell’associazione ambientalista confermano che il bando che prevedeva la vendita di tre lotti del demanio comunale “Archiforo” (denominati “Siettu di li chianchi-Rosarella”, “Rosarella-Liganusa” e “Agruomulara -Crifughiettu”) è stato sospeso. A chiedere di congelare il provvedimento sarebbe stato il dipartimento Agricoltura e foreste della Regione Calabria, intervenuto con la sospensione immediata in via cautelare. Da aprile 2013 ad oggi è stato già aggiudicato il taglio di 9291 alberi, di cui oltre 4mila abeti bianchi.
Lo stesso sindaco di Serra, Bruno Rosi, ha risposto alle polemiche scaricando di fatto la responsabilità sul Piano di gestione forestale redatto dall’Università di Reggio. Alcuni dei docenti universitari, però, hanno replicato spiegando che il documento di cui parla il sindaco non sarebbe ancora stato approvato dalla Regione Calabria, e che comunque il piano prevede la salvaguardia delle piante che misurano più di 80 cm di diametro, pari a circa 2,5 metri di circonferenza. Nei boschi serresi ci sono moltissimi abeti, diversi dei quali già “martellati” in vista del taglio, che superano anche i 4 metri di circonferenza.
Non è escluso, ad ogni modo, che a intervenire possa essere stata anche la Prefettura di Vibo. Nella relazione che lo stesso ufficio territoriale del governo – firmata non dal Prefetto attuale ma dal suo predecessore, Michele Di Bari – aveva inviato al Viminale chiedendo lo scioglimento del Comune di Serra per infiltrazioni mafiose – procedimento poi archiviato dal ministro Alfano – c’era un intero capitolo dedicato alla gestione degli appalti boschivi. Un settore che, secondo la Commissione che ha indagato sugli atti dell’ente, sarebbe stato negli ultimi 10 anni e sarebbe tuttora con l’amministrazione attuale sotto il controllo, diretto o indiretto, delle cosche di ‘ndrangheta locali.

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