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De Masi rilancia la sua battaglia contro l`usura bancaria

REGGIO CALABRIA Il processo inizierà il prossimo tre aprile e vede i funzionari di una banca a giudizio per usura. Nasce dalle denunce di Antonino De Masi, imprenditore di Rizziconi che ha fatto de…

Pubblicato il: 19/03/2014 – 14:04
De Masi rilancia la sua battaglia contro l`usura bancaria

REGGIO CALABRIA Il processo inizierà il prossimo tre aprile e vede i funzionari di una banca a giudizio per usura. Nasce dalle denunce di Antonino De Masi, imprenditore di Rizziconi che ha fatto della lotta al credito drogato una questione fondante della propria attività professionale e, forse, anche della propria vita. Oggi, De Masi scrive a tutti: al presidente del consiglio, ai ministri, alla Commissione europea, al governatore della Banca d`Italia, all`Autorità garante della concorrenza e del mercato. E poi alla Consob, al presidente della Regione Calabira e a quelli delle Provinca. Ai sindaci dell`area di Gioia Tauro, a  Camera di Commercio, Confidustria e Confcommercio e pure ai sindacati. Vuole che la sua sia una battaglia di tutti. E chiede loro «di valutare, anche se credo dovrebbe essere un atto dovuto, la costituzione di parte civile in questo procedimento». Perché «è in discussione un diritto fondamentale che è rappresentato dalla violazione del mercato creditizio, bene ed interesse pubblico». De Masi è stato il primo «che – scrive –, dopo tre gradi di giudizio, ha dimostrato in maniera definitiva come le banche abbiano praticato l’usura nei miei confronti, e proprio nella gestione dei fondi  di cui alla legge 488/92. Ciò è la constatazione del fatto reato da me denunciato. Avere elementi in mano, documenti e fatti concreti, che mi hanno portato a presentare ulteriori denunce alla magistratura per reati gravissimi, oltre all’usura, come la truffa, riciclaggio, estorsione e associazione a delinquere, perpetrati dalle banche ai danni delle mie aziende, che hanno generato due processi penali in corso ed altri quattro procedimenti che sono attualmente al vaglio degli organi inquirenti». La sua lettera «serve dunque a far presente che quanto ho scritto e denunciato negli ultimi 12 anni non è una controversia tra privati, è non è solo una battaglia impari contro il più grande potere (economico e non solo) che c’è in Italia, ma bensì l’evidenza della violazione di un bene pubblico tutelato dall’articolo 47 della Costituzione».
De Masi trova sponda immediata in Dalila Nesci, parlamentare calabrese del Movimento 5 Stelle. La deputata chiede a governo e Banca d`Italia di costituirsi parte civile, perché «purtroppo, l’usura e altri gravi crimini bancari stanno diventando una costante, con la conseguenza che gran parte dei fondi europei destinati allo sviluppo finiscono per diversi motivi nelle casse delle banche, responsabili dell’alterazione dell’economia e del mercato, della crisi del sistema e delle difficoltà del popolo».
La deputata sottolinea, poi, che «soltanto il Movimento Cinque Stelle ha chiesto in parlamento una commissione d’inchiesta sui crimini bancari, l’immediato risarcimento delle vittime, la revoca delle licenze bancarie in caso di usura e altri reati e la riorganizzazione della vigilanza, che non può restare alla Banca d’Italia, di proprietà delle grandi banche». (0020)

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