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Clan Alvaro, sequestrati beni per 5 milioni

REGGIO CALABRIA La Direzione investigativa antimafia di Reggio Calabria ha sequestrato in via preventiva beni per circa 5 milioni di euro riconducibili a Cosimo Alvaro, 49enne di Sinopoli, pluripre…

Pubblicato il: 20/03/2014 – 9:10
Clan Alvaro, sequestrati beni per 5 milioni

REGGIO CALABRIA La Direzione investigativa antimafia di Reggio Calabria ha sequestrato in via preventiva beni per circa 5 milioni di euro riconducibili a Cosimo Alvaro, 49enne di Sinopoli, pluripregiudicato, considerato un esponente di spicco della cosca omonima, attualmente detenuto. Nello scorso settembre Alvaro è stato coinvolto nell`operazione “Xenopolis” che ha fatto luce su un intreccio tra `ndrangheta, politica e appalti. Tra i beni figurano la casa di riposo Villa Speranza, il noto stabilimento balneare “Lido Calajunco” di Reggio Calabria e il bar enoteca Old Gallery`s. Il sequestro, emesso dal Tribunale, è giunto su proposta del direttore della Dia Arturo De Felice a conclusione di indagini patrimoniali.
Alvaro, già destinatario di una condanna definitiva per violazione della disciplina in materia di sostanze stupefacenti e della misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno a Reggio Calabria tra il 2006 e il 2009, nel giugno 2010, assieme ad altre 41 persone, è stato colpito dall`ordinanza di custodia cautelare nell`ambito dell`operazione “Meta”, condotta dai carabinieri del Ros e del comando provinciale di Reggio Calabria, durante la quale vennero sottoposte a sequestro anche alcune aziende nella sua titolarità diretta e indiretta. In quell`occasione, le indagini confermarono l`inserimento nelle dinamiche criminali di Reggio Calabria della cosca Alvaro di Sinopoli, il cui ruolo di rilievo era emerso sin dai tempi della mediazione svolta dal padre di Cosimo, Domenico Alvaro, nell`ambito della seconda guerra di mafia di Reggio Calabria.
Alvaro risultava coinvolto in attività estorsive, di trasferimento fraudolento di valori attraverso l`attribuzione fittizia a terzi di attività economiche, di turbativa d`asta diretta ad impedire il regolare svolgimento di aste giudiziarie, nonché di condizionamento del libero esercizio del voto per l`elezione del sindaco di San Procopio.
Nel settembre 2013, Alvaro involtre venne indagato (ora è imputato) assieme ad altri 6 persone nell`operazione “Xenopolis“ che disvelava un intreccio esistente tra mafia, politica e appalti, condotta dalla squadra mobile di Reggio Calabria e dal Servizio centrale operativo di Roma. (0090)

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