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Disoccupazione, un quarto delle donne è a spasso

CATANZARO Il prezzo più alto della crisi lo pagano le donne. Almeno a giudicare dai dati forniti da Demoskopika che ha analizzato gli effetti della recessione in Calabria sul mondo dell`occupazione…

Pubblicato il: 24/03/2014 – 14:04
Disoccupazione, un quarto delle donne è a spasso

CATANZARO Il prezzo più alto della crisi lo pagano le donne. Almeno a giudicare dai dati forniti da Demoskopika che ha analizzato gli effetti della recessione in Calabria sul mondo dell`occupazione femminile. E sono numeri drammatici che indicano che in due anni la condizione delle donne è nettamente peggiorata: tra il 2011 e il 2013 la disoccupazione è cresciuta di ben 10 punti percentuali. Attualmente il tasso sfiora un quarto della popolazione femminile: 23,5 per cento. Ciò significa che quasi 60mila donne sono in cerca di occupazione, ben oltre 26mila disoccupate in più rispetto a due anni addietro. Ma non solo. Snocciolando i dati forniti dall`istituto di statistica, emerge che tra il 2011 e il 2013 si è contratto del 2,5 per cento anche il numero tra quante avevano un posto di lavoro. In numeri assoluti, questo si traduce in circa 20mila occupate in meno. Una situazione drammatica che sta spingendo le donne a perdere anche la fiducia nel futuro. In crescita, infatti, anche il fenomeno delle cosiddette “neet” e che interessa le giovani calabresi, tra i 15 ed i 29 anni, non impegnate in un`attività lavorativa, né inserite in un percorso scolastico o formativo. Secondo le rilevazioni di Demoskopika , questo fenomeno interessa circa 65mila persone, pari ad oltre il 33 per cento del totale della popolazione femminile calabrese di questa fascia d`età. In testa alla graduatoria per numero di di donne che non lavorano (inoccupate/disoccupate e inattive) e che non frequentano alcun corso di istruzione o formazione, la provincia di Cosenza con il 34,1% e Reggio Calabria con il 30,8%. A seguire Catanzaro (14,6%), Crotone (11%) e Vibo Valentia (9,5%).

L`ANALISI
«Il costo della recessione sociale – ha dichiarato, in una nota l`economista Raffaele Rio – si misura anche nella dinamica del mercato del lavoro. La perdita di 20mila posti di lavoro tra le donne calabresi pesa come un macigno sulle famiglie calabresi: è come se improvvisamente chiudesse l`intero gruppo Fininvest o, in un colpo solo, restassero a casa tutti i dipendenti del Gruppo Unipol, Edison ed Erg messi insieme. Anche i primi provvedimenti che sembrano emergere dal Jobs Act del governo Renzi rischiano di peggiorare ulteriormente la condizione della donna nel mercato del lavoro. La prevista ulteriore flessibilizzazione del mercato del lavoro – precisa Raffaele Rio –, consentendo al datore di lavoro la possibilità di utilizzare contratti brevi in un arco temporale di 36 mesi, potrebbe produrre delle discriminazioni nei confronti delle donne quali il mancato rinnovo del contratto alla notizia della maternità o la difficoltà di iscrizione del bambino all`asilo senza la dimostrazione di possedere un contratto almeno annuale. La politica – conclude Raffaele Rio – presti al mercato del lavoro femminile la stessa attenzione che dedica alla legge elettorale o ad altro, altrimenti ci sarà sempre meno spazio per la ripresa economica e sociale». (0090)

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