Ultimo aggiornamento alle 15:16
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 2 minuti
Cambia colore:
 

Faida familiare, tentarono di uccidere madre e figlio: due arresti

CATANZARO Una vera e propria faida familiare per la gestione degli affari illeciti emerge dalle indagini della squadra mobile di Catanzaro, che ha arrestato Giuseppe Salvatore Mancuso, di 25 anni, …

Pubblicato il: 03/04/2014 – 11:09
Faida familiare, tentarono di uccidere madre e figlio: due arresti

CATANZARO Una vera e propria faida familiare per la gestione degli affari illeciti emerge dalle indagini della squadra mobile di Catanzaro, che ha arrestato Giuseppe Salvatore Mancuso, di 25 anni, accusato del tentato omicidio della prozia, Romana Mancuso, e del figlio di quest`ultima, Giovanni Rizzo, avvenuto il 26 maggio del 2008 a Nicotera (Vibo Valentia). Per il duplice tentato omicidio è attualmente ricercato anche il nipote della vittima, Pantaleone Mancuso, detto “l`Ingegnere”. A Giuseppe Mancuso è stata notificata un`ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari di Catanzaro, Assunta Maiore, che ha accolto la richiesta della Dda del capoluogo di regione.
I particolari dell`inchiesta, chiamata “Family Affairs”, sono stati illustrati nel corso di una conferenza stampa. Per individuare gli autori del duplice tentato omicidio gli investigatori si sono avvalsi delle dichiarazioni della moglie di un esponente della cosca della `ndrangheta dei Mancuso che ha deciso di diventare testimone di giustizia. Durante le indagini sono state effettuate anche intercettazioni telefoniche e ambientali. «Si tratta – ha detto il questore di Catanzaro, Vincenzo Carella – dell`ultimo tassello di un`attività molto più complessa, relativa ad un fatto avvenuto parecchio tempo fa. Le indagini, nell`immediato non hanno portato a nessuna risultanza investigativa rilevante, se non a comprendere che i fatti erano maturati all`interno della criminalità organizzata proprio per eliminarne dei personaggi rilevanti». Il dirigente della squadra mobile del capoluogo calabrese, Rodolfo Ruperti, ha evidenziato che «il tentativo di uccidere sia Romana Mancuso che il figlio è stato un evento molto cruento, avvenuto con colpi di varie armi tra cui dei kalashnikov, proprio per motivi relativi al controllo del territorio, che come si sa è sempre stato al centro di liti tra gli appartenenti alla famiglia». «I fatti – ha aggiunto Ruperti – avvengono dopo l`operazione “Dinasty”, che aveva messo in ginocchio i Mancuso, nel 2008, periodo in cui i primi membri del clan iniziano ad uscire dal carcere. Quello che è importante è il ruolo della testimone di giustizia. Come è noto non c`è un collaboratore di giustizia appartenente ai Mancuso; tutto quello che abbiamo ricostruito lo abbiamo fatto grazie alle intercettazioni ed alle investigazioni. Per questo, le dichiarazioni relativamente a quei fatti di una donna, sposata con un membro della famiglia Mancuso, incensurata, che si è rifugiata da noi dopo essere fuggita, sono state determinanti. Queste novità, assieme agli indizi e ai dati raccolti all`epoca, hanno consentito di far luce sul delitto». (0050)

Argomenti
Categorie collegate

Corriere della Calabria - Notizie calabresi
Corriere delle Calabria è una testata giornalistica di News&Com S.r.l ©2012-. Tutti i diritti riservati.
P.IVA. 03199620794, Via del Mare, 65/3 S.Eufemia, Lamezia Terme (CZ)
Iscrizione tribunale di Lamezia Terme 5/2011 - Direttore responsabile Paola Militano
Effettua una ricerca sul Corriere delle Calabria
Design: cfweb

x

x