Tutte le grandi speranze quando non si concretizzano si trasformano in cocenti delusioni. Salvatore Scalzo non sfugge a questa regola, e le sue dimissioni dal consiglio comunale per «ragioni affettive, personali e professionali» sono destinate a suscitare malumori e polemiche tra i circa 23mila catanzaresi che lo avevano votato e soprattutto nel gruppo politico che lo ha sostenuto. Anche l`ultimo tentativo di mediazione, ieri sera, è fallito e Scalzo questa mattina ha incontrato i giornalisti per annunciare alla città che «nella prossima settimana rassegnerò le dimissioni da consigliere comunale».
Il nuovo lavoro a Bruxelles non lo mette in condizioni, ha spiegato, «di garantire, in questa fase, una presenza territoriale sufficiente a onorare la carica per come ritengo debba essere fatto». «Per l`idea che ho di politica e il rispetto che nutro nei confronti della città e dell`elettorato – ha aggiunto – ritengo che le cariche politiche non esercitabili al meglio non debbano essere conservate. Si tratta di un principio sacrosanto e basico al quale voglio attenermi. Per chi fa politica con passione e dignità, la situazione ideale sarebbe quella di poter conciliare in maniera efficace nello stesso posto la propria attività politica e la propria dimensione e realizzazione umana, familiare e di lavoro. Questa situazione al momento non sussiste e allora, dovendo compiere una scelta, ho preferito realizzare quella che possa fungere più da esempio, anche con il rischio di essere meno compresi. È comunque mia intenzione continuare a dare il mio contributo, forte, alla mia città e alla mia terra. Io ci sarò e continuerò a praticare il mio impegno politico da un livello diverso. La politica è una passione che non è legata a una sedia in un consiglio o a un posto in un`istituzione. La politica rimane sempre e anzitutto ricerca di idee nuove, soluzioni nuove alla vita delle persone, pratica quotidiana di valori sani».
Scalzo poi si rivolge direttamente ai suoi elettori: «Il programma, scritto assieme a centinaia di cittadini, costituisce la principale e insuperata base di ripartenza per la ricostruzione morale e civile della nostra Catanzaro e, forse, non solo. È stata costruita, assieme, una delle più belle pagine nella storia di questa regione. Le grandi pagine non sono né di uno, né di pochi. Sono scritte e restano scritte nel cuore dei cittadini, dell`opposizione a Catanzaro, del quotidiano lavoro di militanti, circoli di Calabria e onesti cittadini che inseguono la Calabria libera, orgogliosa, viva che abbiamo disegnato e cercato con tutte le nostre forze».
Il leader della primavera arancione di Catanzaro è convinto che il lavoro fatto in questi tre anni non andrà perduto «ma continuerà a camminare sulle gambe solide del gruppo di opposizione in consiglio comunale». Nonostante tutto, Scalzo non riesce a nascondere l`amarezza per un finale che poteva essere ben diverso.
Pur assicurando che resterà nel Pd, l`ex candidato sindaco del centrosinistra si toglie qualche sassolino: «I meccanismi dei partiti, specialmente al Sud, non portano a investire sul nuovo. Si tende a non valorizzare le forze nuove, sono scelte che poi influiscono sulle storie personali. Bisognerebbe dare il tempo di lavorare e non fermarsi al primo risultato elettorale negativo. Chi vuol fare bene deve sentirsi supportato».
Una descrizione che sembra ritagliata proprio sulla sua esperienza personale. Quando glielo si fa notare, Scalzo ammette: «Quando mi sono candidato non ho mai dato garanzie a nessuno, chi mi ha sostenuto lo ha fatto solo perché credeva in quel progetto, altri non si sono sentiti “garantiti”: Abbiamo provato a ribaltare le logiche della politica facendo un`unica promessa, ossia che avremmo cambiato la città. Renzi in questo è stato più accorto, noi invece siamo stati più diretti e questa scelta forse ci ha fatto perdere quei duemila voti che si sono rivelati decisivi».
Scalzo scende ancor più nei dettagli e cita un esempio specifico. All`indomani della sentenza del Tar che ordinò di rivotare in 8 sezioni del capoluogo: «In quelle suppletive mi sono accorto che all`interno della coalizione c`erano altri interessi in campo. Ho visto chi ha continuato a spendersi per raggiungere il risultato, a metterci la faccia e chi, invece, aveva altre preoccupazioni. È stato molto triste, poteva essere un`occasione di forte cambiamento, ma non tutti l`hanno intesa così».
Salvatore Scalzo saluta ricordando i momenti più belli di questa sua esperienza politica: «Le piazze piene per i miei comizi, ma soprattutto le duemila persone che scesero per strada per manifestare dopo i brogli elettorali». Dal prossimo consiglio comunale il suo posto verrà preso da Nicola Ventura, consigliere di lungo corso, già assessore alle Politiche sociali nella giunta Olivo.
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