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Crisi economica, dall`esecutivo solo proclami

Annunci, proclami, promesse. La politica economica della Regione si basa soprattutto su queste basi. Così, nonostante la profonda recessione che ha scaraventato in un profondo e inesorabile stato d…

Pubblicato il: 20/04/2014 – 17:52
Crisi economica, dall`esecutivo solo proclami

Annunci, proclami, promesse. La politica economica della Regione si basa soprattutto su queste basi. Così, nonostante la profonda recessione che ha scaraventato in un profondo e inesorabile stato di prostrazione il tessuto produttivo calabrese – spazzando via quel che resta del sistema imprenditoriale – gli interventi annunciati da tempo dall`esecutivo Scopelliti per cercare di stemperare gli effetti stentano ancora a concretizzarsi. Non si tratta per intenderci di misure tese a rilanciare lo sviluppo – difficile in un momento in cui gli investimenti restano al palo – ma di azioni per consentire all`economia di contrastare in qualche modo i contraccolpi più forti di una situazione economica già da tempo sotto il livello minimo di sussistenza. Da azioni per sostenere l`accesso al credito finalizzato a garantire liquidità alle imprese calabresi e misure atte a risanare i loro disastrati conti economici. Tutte misure ampiamente richieste praticamente da ogni settore economico della regione.
E davanti al grido accorato di disperazione che quotidianamente si leva da pezzi importanti dei principali settori produttivi – l`ultimo solo in ordine di tempo proviene da Giuseppe Speziali, presidente di Confindustria Calabria – e dal mondo del sindacato, la Regione mantiene ancora un profilo attendista – o meglio menefreghista – lanciando esclusivamente proclami.
È il caso delle misure anticicliche – interventi utili, appunto come indica la stessa denominazione, a contrastare periodi di recessione come questi –  che da almeno due anni attendono di prendere forma e sostanza. Nonostante gli incontri, i tavoli operativi e gli appuntamenti con le parti sociali, con gli organismi di rappresentanza di tutte le categorie – in cui si è annunciato più volte il varo – di queste misure neanche l`ombra. Annunci, solo annunci ripetuti più volte anche in diverse conferenze stampa. Ma di quegli strumenti fondamentali per consentire al sistema produttivo di contrastare la congiuntura sfavorevole non se ne è fatto nulla. Dalle parti di Palazzo Alemanni e nei corridoi dei dipartimenti Attività produttive ed Economia di tutti questi interventi sono rimasti esclusivamente proclami.
In una sorta di limbo che rischia però di trasformarsi in un inferno – l`ennesimo – per gli imprenditori con nuovi e ancor più pesanti contraccolpi sulla tenuta occupazionale.

ANNUNCI E ATTESE
Tra una rimodulazioni e l`altra dei fondi strutturali – leggasi tagli da un miliardo di euro – che l`Europa ha messo a disposizione della Calabria per programmare il proprio sviluppo, l`amministrazione regionale ha più volte annunciato un pacchetto di iniziative tese a contrastare gli effetti della crisi. Ad esempio, c`è la storia del pacchetto di interventi che sarebbero dovuti essere finanziati con il Piano di azione e coesione (Pac). Interventi che, nonostante siano passati diversi mesi – per l`esattezza quindici –, per il momento rimangono solo annunci. Era il dicembre del 2012, infatti, quando, nel corso di un comitato di sorveglianza sul Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr) 2007-2013,  l`esecutivo regionale annunciava lo storno di risorse provenienti da quel fondo europeo e destinato al Piano di azione e coesione per attuare misure anticicliche. Si trattava di 40 milioni di euro da utilizzare per tre azioni precise: garantire il capitale circolante alle imprese, consentire il riequilibrio finanziario delle aziende e sostenere piccoli investimenti soprattutto alle microimprese. Tradotto in azioni quelle misure, nel corso di tutti questi mesi, avrebbero potuto garantire utili strumenti per le imprese per ottenere liquidità necessaria a far funzionare la macchina aziendale. Dal saldo delle fatture dei fornitori al pagamento degli stipendi dei dipendenti fino all`acquisto di beni e servizi. Mentre con l`altra misura – il riequilibrio finanziario, per intenderci – gli imprenditori avrebbero potuto risanare i proprio conti, spesso sovraesposti per le tante passività accumulate in questa stagione di crisi. Una misura straordinariamente utile anche per ottenere un rating positivo da parte delle banche e conseguentemente riuscire ad avere nuovo credito magari a un tasso anche migliore. Senza contare che con l`ultima azione, gli investimenti semplificati – solo annunciata ma non ancora avviata –, i titolari delle aziende calabresi sarebbero stati in grado di compiere piccoli ma importanti interventi per potenziare le proprie imprese: acquisto di macchinari e servizi. Passano i mesi ma di quegli interventi nessuna traccia. Tranne un nuovo annuncio datato, questa volta febbraio 2013. Anche qui in occasione di una nuova seduta del Comitato di sorveglianza. Stessi soldi, stesse misure e nulla di più. Dovrà passare circa un anno – siamo a gennaio scorso – perché si ritorni a parlare di quelle misure. Ma soltanto per dire che dei 40 milioni solo 8 sarebbero disponibili. L`assessore regionale alle Attività produttive, Demetrio Arena, annuncia che il ministero dello Sviluppo economico avrebbe trasmesso alla Regione queste risorse che sarebbero state  utilizzate per finanziare la misura sul riequilibrio finanziario. Un nuovo annuncio e una nuova attesa da parte delle imprese. Ma la politica degli annunci non si limita a questo caso. La stessa storia si ripete per la rimodulazione del fondo di controgaranzia. Un fondo da 51 milioni in gestione a Fincalabra mai decollato. Da qui la decisione maturata nel dicembre del 2012 di rimodulare questi fondi e destinarli anche questi a misure anticicliche. Un lungo silenzio interrotto il 22 gennaio scorso sempre dall`assessore Arena per annunciare la nascita del fondo unico per le imprese. Un pacchetto da 76 milioni di euro in cui, oltre ai 51 milioni provenienti da quella misura, si sommerebbero 25 milioni del fondo cosiddetto Mezzanino. Secondo le nuove disposizioni, complessivamente queste risorse sarebbero state divise per finanziare nuovamente il “Mezzanino” – uno strumento per sostenere a medio e lungo termine investimenti materiali e immateriali, partito il 22 giugno del 2012 di cui sono stati erogati appena 3 milioni –, 28 milioni per finanziare piccoli investimenti e capitale circolante, 15 milioni per offrire uno strumento utile a garanzie dirette e coogaranzie, nonché altri 5 milioni per controgaranzie e 3 per misure di equity sulle start-up cioè partecipazione diretta al capitale di aziende di nuova costituzione da parte della Regione. Ma, se si esclude il “Mezzanino”, di tutte le altre misure restano solo annunci per gli imprenditori. Con un rischio in più. A differenza dei 40 milioni del pacchetto di interventi anticiclici finanziati dal Pac, questi 76 milioni, se non rendicontati entro la fine del 2015, rischiano di perdersi per sempre. Visto che queste risorse provengono direttamente dal Fesr 2007-2013 che ha una data di scadenza precisa: 17 mesi. Così, al danno per aver atteso per anni questi soldi, agli imprenditori resterebbe anche la beffa di vederli definitivamente svanire.

Il servizio è stato pubblicato sull`edizione n. 141 del Corriere della Calabria distribuita in edicola fino al 13 marzo del 2014

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