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Perquisizione nella sede di Rtl

La Dda di Catanzaro bussa alle porte della nota emittente radiofonica Rtl. Questa mattina la polizia giudiziaria su disposizione del pm Pierpaolo Bruni ha eseguito una serie di perquisizioni a Berg…

Pubblicato il: 22/04/2014 – 12:06
Perquisizione nella sede di Rtl

La Dda di Catanzaro bussa alle porte della nota emittente radiofonica Rtl. Questa mattina la polizia giudiziaria su disposizione del pm Pierpaolo Bruni ha eseguito una serie di perquisizioni a Bergamo e Milano nelle sedi della radio. A portare gli inquirenti negli studi di uno dei più importanti network radiofonici d`Italia sono stati i legami con Nicola Tripodi ritenuto il boss dell`omonima cosca del Vibonese.
Secondo quanto emerso durante le indagini, l’unica fonte di sostegno di Nicola Tripodi sarebbe il reddito percepito dalla Gesti.i.Tel. srl, con sede a Bergamo, che si occupa di telecomunicazioni fisse. Le quote di maggioranza di questa società sarebbero proprio della emittente Rtl.
Ma non solo, la società Rtl 102,500 Hit Radio Srl e Open Space Pubblicità Srl, hanno avuto rapporti finanziari e societari con la ditta individuale  “Music & co. di Campennì Cosimo”  oltre che con la  “Campennì Ferraro management srl” società che dalle risultanze investigative  sembrerebbe essere una sorta di concessionaria con esclusiva per ciò che attiene gli spettacoli organizzati in Calabria da Rtl. Operazioni sospette sarebbero state rilevate tra le aziende di Campennì e la Open space pubblicità.
Gli inquirenti annotano anche i rapporti di parentela tra Cosimo Campennì e Giuseppe Mancuso elemento di spicco del potente clan di Limbadi. Una delle società di Campennì «sia in sede di verifica fiscale da parte della Guardia di finanza che in sede di procedura fallimentare da parte del Tribunale di Vibo Valentia non ha esibito la documentazione contabile», quindi secondo il pm Bruni «è necessario ricostruire compiutamente i rapporti societari e finanziari tra le predette società attraverso il sequestro dei mastrini clienti e fornitori rinvenuti presso le predette sedi societarie, in quanto trattasi di documenti necessari per dimostrare ulteriormente i fatti per cui procede trattandosi di cose pertinenti al reato».
Allo stesso modo, si legge nel decreto di perquisizione, «al fine di ricostruire i rapporti tra la cosca Tripodi e le predette società nonché le persone fisiche aventi compiti di gestione, è quindi necessario procedere al sequestro della predetta documentazione contabile delle società in questione (i cosiddetti mastri di conto da cui desumere i clienti e i fornitori delle predette società), nonché la documentazione che trovasi nella disponibilità delle persone fisiche di sopra richiamate». E, infine, «appare necessario procedere alla perquisizione dei locali nella disponibilità delle persone fisiche e giuridiche sopra menzionate, al fine di verificare l’esistenza di elementi (documenti cartacei, informatici ecc….) dai quali desumere i predetti rapporti (nonché la natura degli stessi)  anche allo scopo di verificare  cointeressenze della cosca Tripodi nelle predette società oltre che i rapporti tra i sodali e i terzi sopra richiamati».
Le perquisizioni si sono svolte nelle sedi di Rtl a Bergamo, Cologno Monzese e Roma e negli uffici della Open Space pubblicità a  Bergamo, Cologno Manzese, Napoli, Torino, Palermo e Roma.

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