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CATANZAROPOLI | Lomonaco rompe il silenzio: «Voglio tornare in giunta»

«Catanzaropoli è morta in grembo, è stata un aborto». Usa un’immagine forte Massimo Lomonaco, l’ex assessore comunale al Personale travolto dall’inchiesta della Procura di Catanzaro, per ripresenta…

Pubblicato il: 20/05/2014 – 22:00
CATANZAROPOLI | Lomonaco rompe il silenzio: «Voglio tornare in giunta»

«Catanzaropoli è morta in grembo, è stata un aborto». Usa un’immagine forte Massimo Lomonaco, l’ex assessore comunale al Personale travolto dall’inchiesta della Procura di Catanzaro, per ripresentarsi a Palazzo De Nobili. Proprio nella sala concerti del Comune il fondatore del movimento “Per Catanzaro” ha voluto incontrare i giornalisti accompagnato dai suoi legali di fiducia, il figlio Antonio e l’avvocato Salvatore Staiano. «Intendo rompere il silenzio perché le indagini difensive hanno portato a evidenziare fatti clamorosamente sconvolgenti, imprevedibili». Per Lomonaco e i suoi difensori non solo le intercettazioni sarebbero inutilizzabili, ma soprattutto, almeno in tre casi, le trascrizioni non sarebbero fedeli ai dialoghi captati. Non vi sarebbe poi alcun peculato, visto che l’ex assessore ha sostenuto di aver sempre pagato personalmente i costi del traffico telefonico del suo cellulare di servizio. Con questi elementi in mano Lomonaco ha lanciato un messaggio inequivocabile al sindaco Sergio Abramo che aveva azzerato la giunta all’indomani del deflagrare dello scandalo giudiziario: si torni indietro. Insomma, Lomonaco vuole tornare al suo posto. «Abramo – ha detto l’ex assessore  – ha avuto schiena dritta nel non cadere nella tentazione di mandare a casa una coalizione voluta dai cittadini. Voglio confermare la mia stima nei confronti del sindaco, noi come gruppo siamo e saremo con lui». Poi il piglio di Lomonaco si fa sempre più deciso: «Catanzaropoli è morta in grembo, il sindaco, quindi, deve riproporre l’intera giunta che ha azzerato. Non può essere la Digos a dettarci come e quando fare una giunta, non è consentito neanche a Sergio Abramo che deve prendere atto che la cosa per la quale ha mandato a casa me e i miei colleghi ora non esiste». Suona quasi come un ultimatum che giunge proprio quando il rientro dell’ex vicesindaco Sinibaldo Esposito e dell’assessore Filippo Mancuso sembrava cosa fatta. La richiesta di Lomonaco rimescola nuovamente le carte. La palla adesso è nelle mani del sindaco Abramo, diventa sempre più difficile prevedere il futuro della sua amministrazione. (0080)

 

g. maz.

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