CATANZARO «I 60 posti oncologici alla clinica crotonese del marito di Antonella Stasi sono la prova di un enorme conflitto d’interessi della donna, che governa la Calabria al posto del condannato-candidato Giuseppe Scopelliti. Il governo intervenga subito e senza falsità». È quanto affermano, in una nota, i parlamentari M5S Dalila Nesci, Nicola Morra, Paolo Parentela e Federica Dieni. «Scopelliti e il suo clan – proseguono i parlamentari M5S – hanno fatto chiudere la sanità pubblica e favorito i privati. La sanità calabrese è nel mirino della ‘ndrangheta e di imprenditori di palazzo che, negli anni, hanno affossato gli ospedali pubblici finendo per assicurare guadagni ad amici e sostenitori; spesso con procedure molto dubbie, mancanza di trasparenza e danni terribili per la salute dei cittadini. Inoltre, il settore della sanità è quello più redditizio, in cui si producono milioni, clientele e voti sulla pelle dei cittadini». «La posizione della Stasi è inaccettabile – proseguono Nesci, Morra, Parentela e Dieni – considerati i troppi interessi del marito, Massimo Marrelli. La Stasi, non eletta, è l’espressione di un sistema cinico e tentacolare. Dall’obbedienza al potere di Umberto De Rose e Gianfranco Scarpelli sino alle concessioni alle cliniche di Marrelli, stanno emergendo tutti i rapporti di potere dell’asse Gentile-Scopelliti, benedetto dal ministro dell’Interno Angelino Alfano, l’opportunista che si rende cieco, sordo e muto. Matteo Renzi ha le mani legate, poiché il suo governo si regge sull’appoggio di Alfano e il ministero della Salute è in mano a Beatrice Lorenzin, esponente di quel Nuovo centrodestra che ha gestito la sanità calabrese a proprio uso e consumo». (0090)
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