REGGIO CALABRIA Blitz della guardia di finanza negli uffici di Villa Betania, la nota casa di cura convenzionata con la Regione Calabria, finita al centro di una durissima vertenza dei lavoratori per il pagamento delle spettanze arretrate. Una questione che nei mesi scorsi ha richiamato l’attenzione del presidente della commissione Vigilanza del consiglio regionale, Aurelio Chizzoniti, il quale, dopo aver invano chiesto lumi e documenti alla dirigenza della struttura, ha presentato diversi esposti e istanze a tutte le autorità competenti, dalla Procura di Reggio Calabria, al ministero del Lavoro e delle Politiche sociali; dall’Ufficio del Lavoro di Reggio Calabria, al Dipartimento 10 della Regione Calabria – Lavoro, Politiche della Famiglia, Formazione Professionale, Cooperazione e Volontariato, all’ Asp competente. E – stando a indiscrezioni – le questioni sollevate dal presidente della Commissione potrebbero aver fatto breccia. Questa mattina, attorno alle dieci, gli uomini della gdf si sono presentati negli uffici amministrativi della clinica reggina con l’ordine di visionare e acquisire copia di tutti i documenti – contabili e no – relativi agli ultimi anni di gestione. Nelle scorse settimane, l’avvocato Chizzoniti aveva pubblicamente invitato le autorità competenti a investigare su tutta una serie di punti – a suo dire – quanto meno opachi, a partire dai «rapporti intercorrenti fra Villa Betania e la concorrente Casa Serena che ha recentemente assunto la signora Simona Facciola nuora della dottoressa Lazzaro – presidente in carica di Villa Betania – la cui ex presidente oggi presiede Casa Serena pur continuando a far parte, fino poco tempo addietro, del cda di Villa Betania con la carica di vicepresidente», invitando a «verificare se il ricorso alle consulenze esterne in realtà non mascheri rapporti di lavoro subordinati con conseguente omesso versamento dei Tfr, oneri previdenziali e quindi pregiudicando seriamente il diritto pensionistico in ordine alle cui circostanze appare doverosa una maggiore attenzione degli ispettori del lavoro rispetto alle distrazioni registrate nel corso della visita ispettiva del maggio 2012, analizzando scrupolosamente anche i Cud emessi, perché si sussurra che possano non corrispondere alla realtà dei numeri ivi compendiata». Il noto legale aveva inoltre richiamato l’attenzione su altre questioni, emerse negli ultimi mesi, ponendo una serie di interrogativi che, forse, potrebbero trovare risposta nelle carte sequestrate oggi dai militari della Finanza. (0040)
Alessia Candito
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