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CAOS DIMISSIONI | Il ministero ha deciso: la Calabria torna al voto

REGGIO CALABRIA Per i tecnici del ministero per gli Affari regionali non ci sono dubbi: le dimissioni presentate lo scorso 29 aprile da Peppe Scopelliti sono efficaci e non sono inficiate dal provv…

Pubblicato il: 22/05/2014 – 22:00
CAOS DIMISSIONI | Il ministero ha deciso: la Calabria torna al voto

REGGIO CALABRIA Per i tecnici del ministero per gli Affari regionali non ci sono dubbi: le dimissioni presentate lo scorso 29 aprile da Peppe Scopelliti sono efficaci e non sono inficiate dal provvedimento di sospensione emanato – per via della legge Severino – dopo la condanna rimediata dall’ex governatore nel processo Fallara. Le dimissioni, secondo quanto sostenuto nel parere firmato dal capo dipartimento Antonio Naddeo e recapitato nelle scorse ore a Palazzo Campanella, rientrano in quelli che giuridicamente vengono definiti «atti volontari rientranti nella sfera personale del soggetto». Viene smontata insomma la tesi secondo cui l’efficacia del passo indietro sia subordinata al decorso del termine di sospensione dalla carica e dalle funzioni. Nel vademecum inviato da Roma si fa notare che la sospensione è sì in vigore dal 27 marzo (giorno della sentenza Fallara), si riferisce alle funzioni ma non alla carica istituzionale e, dunque, «preclude al presidente l’esercizio delle attribuzioni connesse alla carica rivestita».
Il parere – non vincolante ma di cui comunque non si può non tenere conto – richiesto dalla presidenza del consiglio regionale calabrese non lascia spazio ad altre interpretazioni. Adesso si attende di conoscere l’esito dell’istruttoria portata avanti dai tecnici del Viminale ma è difficile – così come ammettono a denti stretti ai piani alti dell’Astronave – che possa esserci uno stravolgimento delle tesi sostenute dai colleghi del ministero guidato da Maria Carmela Lanzetta. 
Con queste premesse è più semplice intuire come la seduta del consiglio regionale in programma per martedì 3 giugno si appresti a diventare l’ultima di questa legislatura. Tra i punti all’ordine del giorno – che comunque sarà messo a punto durante la conferenza dei capigruppo di mercoledì prossimo – figura infatti proprio la presa d’atto delle dimissioni di Scopelliti. Il passo indietro volontario del governatore comporta, secondo quanto previsto dallo Statuto all’articolo 33 comma 6, che «si procede a nuove elezioni del Consiglio e del presidente della giunta in caso di rimozione, impedimento permanente, morte, incompatibilità sopravvenuta e dimissioni volontarie del presidente». Dunque, la Calabria tornerà al voto. In quale data toccherà al prefetto di Catanzaro stabilirlo. L’unico elemento certo è che Raffaele Cannizzaro avrà 90 giorni di tempo dalla presa d’atto delle dimissioni per convocare i comizi elettorale. La sensazione è che si tornerà alle urne nella prima finestra elettorale utile, molto verosimilmente in un arco temporale che va dal 20 ottobre al 15 novembre. 
Per i burocrati del ministero per gli Affari regionali, comunque, la strada è segnata: «La costante giurisprudenza costituzionale che si è formata nel tempo» dimostra che le dimissioni del presidente della giunta comportano «lo scioglimento del consiglio regionale». In buona sostanza, l’elusione del principio del simul stabunt, simul cadent «è consentita unicamente qualora la Regione opti per un sistema di elezione del presidente della giunta regionale diverso dal suffragio universale e diretto». Caso che, evidentemente, non riguarda la Calabria. Il resto è quello che tutti sanno: gli organi regionali potranno operare in regime di prorogatio fino a quando non saranno completate le operazioni di proclamazione degli eletti del nuovo consiglio regionale e del nuovo presidente della giunta.
Si volta pagina, insomma. L’era Scopelliti è davvero vicina al tramonto. (0040)

 

Antonio Ricchio

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